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116 rifugiati arrivano in Germania dalla Grecia

26 gruppi familiari di rifugiati sono arrivati ​​in Germania, ha reso noto mercoledì il ministero dell’Interno tedesco Horst Seehofer in un comunicato stampa.

I 53 adulti e i 63 bambini hanno già ottenuto lo status di rifugiati dalle autorità greche.

Le ultime 116 persone sbarcate nella città tedesca di Hannover fanno parte di un contingente concordato di persone bisognose di protezione. L’accordo è stato firmato tra Germania e Grecia nel marzo 2020. All’epoca, la Germania ha reso noto di esser pronta a fornire un trasbordo sicuro in Germania per 244 bambini malati e le loro famiglie, nonché per 53 minori non accompagnati. Poi, dopo che un incendio ha distrutto il principale campo di migranti sull’isola greca di Lesbo, il governo tedesco ha offerto posti ad altri 150 minori non accompagnati.

Questo gruppo è stato poi ampliato ulteriormente, per offrire posti in Germania a 1.553 membri di famiglie di rifugiati. Il programma di ricollocazione è nato da una collaborazione tra il Ministero della Migrazione e dell’Asilo in Grecia, il Servizio greco per l’asilo, l’Unhcr, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

L’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, sostiene anche parti del programma che riguardano i minori non accompagnati. Secondo i dati dell’Unhcr di gennaio, un totale di 2.235 persone sono state ricollocate dalla Grecia in vari paesi europei, tra cui Belgio, Bulgaria, Francia, Croazia, Finlandia, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Lussemburgo, Lituania, Slovenia, Svizzera e Germania. Tali Paesi avevano promesso all’indomani delle fiamme al campo di Moria a Lesbo di accoglierne oltre 5mila. Siamo quindi ben lontani da quella cifra e come abbiamo visto è quasi soltanto la Germania al momento ad essersi fatto carico dell’accoglienza.

Le famiglie saranno divise tra diversi Land tedeschi, tra cui Baden-Württemberg, Baviera, Assia, Bassa Sassonia, Nord Reno Westfalia, Renania-Palatinato, Schleswig-Holstein vicino al confine danese e Turingia.

Il ministro dell’Interno tedesco Seehofer si è assicurato che tutti questi voli fossero operati e firmati dal governo federale. Le famiglie vengono quindi inviate in vari Land, a seconda di dove potrebbero già avere parenti o delle loro particolari esigenze mediche. Secondo il governo tedesco, da aprile 2020, 1.677 persone sono arrivate in Germania con voli simili. Secondo gli ultimi dati dell’Unhcr del 14 febbraio, ci sono ancora «circa 17.200 rifugiati e richiedenti asilo che risiedono nelle isole greche». Il 48% di questi proviene originariamente dall’Afghanistan, il 16% dalla Siria e l’8% dalla Somalia. La maggior parte è ammassata nel campo in riva al mare che ha sostituito quello di Moria, in condizioni ambientali e igieniche sempre più precarie, di fronte ad un inverno gelido. I dati dei tentativi di suicidio documentati (una persona su cinque) sono il ritratto del dramma in corsa a un’ora di volo da casa nostra.

A gennaio, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riferito di una famiglia somala che è stata trasferita in Germania dalla Grecia nel dicembre 2020. Nasro Mohamed, 18 anni, è arrivato con il fratello gravemente malato e la madre, Hindi Adan, da Atene ed è atterrato in Germania il 10 dicembre. Il desiderio di Nasro era quello di trovare un medico per suo fratello e una scuola per se stesso. Ha spiegato che suo fratello «non può camminare. Non può parlare. Ha bisogno di cure mediche costanti». In parte per questo, Nasro spera di studiare e diventare medico, in modo che «forse io possa aiutarlo».

 

Foto da sito Iom Greece