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Riflessioni teologiche sull’ecologia

Una conferenza online di tre giorni è stata promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dal Seminario ecumenico e francofono sulla teologia dell’ecologia.

Dall’11 al 13 febbraio l’incontro ha riunito molte voci chiamate a riflettere sul come poter ripensare le relazioni ecologiche nell’era dell’Antropocene.

I relatori internazionali hanno affrontato questioni quali: l’ascesa umana sulla natura (che pone minacce al futuro del nostro pianeta) e quali possano essere le azioni teologiche dei cristiana in materia.

Riconoscendo che la complicata relazione tra gli esseri umani e gli ecosistemi sia stata spesso mediata dall’economia e dalla tecnologia il vice segretario generale del Cec, Isabel Apawo Phiri, ha sottolineato che la pandemia Covid-19 e il cambiamento climatico «devono essere visti anche come sintomi delle nostre relazioni ecologiche. Anche se la pandemia ha innescato un rallentamento delle emissioni globali di gas serra, l’emergenza climatica non è scomparsa», ha detto proseguendo «oltre agli impatti socio-economici della pandemia, il cambiamento climatico continua a minare le basi del sostentamento e distruggere i mezzi di sussistenza, in particolare di agricoltori, pescatori e poveri del mondo».

Il dottor Fabien Revol, segretario generale del Seminario ecumenico e francofono di teologia dell’ecologia, in Francia, ha sottolineato che la ricerca teologica nel campo dell’ecologia deve essere incoraggiata e sostenuta «perché la teologia ha una missione, salvaguardare il Creato».

Nel commento conclusivo dell’evento, Athena Peralta, dirigente del programma Cec per la giustizia economica ed ecologica ha affermato, «queste preziose discussioni hanno contribuito ad approfondire una importante nozione: tutto è interconnesso. Vi è interdipendenza tra tutto ciò che esiste sulla terra».

 
Foto di Albin Hiller, Cec