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I fratelli Scholl e la «Rosa Bianca»

Il 18 febbraio del 1943 la Gestapo arresta Hans e Sophie Scholl e altri membri del movimento della «Rosa Bianca», un’organizzazione di studenti cristiani che si oppongono in modo non violento al nazismo.

Al momento dell’arresto i giovani distribuivano opuscoli inneggianti alla resistenza contro Hitler all’interno dell’Università di Monaco.

Hans e Sophie Scholl furono processati, condannati a morte e ghigliottinati il 22 febbraio. I loro compagni subirono la stessa sorte.

L’opera della «Rosa bianca», scriveva lo storico Lorenzo Tibaldo in un bel libro pubblicato dalla Claudiana editrice nel 2015, fu «un incitamento al popolo tedesco a lottare per la libertà, ma anche un messaggio per la futura Europa che nascerà sulle rovine della guerra».

Non si trattò di una lotta armata ricorda Debora Michelin Salomon su Riforma.it, ma di una forma di Resistenza attuata attraverso le parole e gli scritti, per difendere i principi di libertà e giustizia cancellati dall’ascesa al potere del nazismo.

I volantini, stampati in casa e distribuiti dagli stessi membri del gruppo, riportavano una preghiera, quella di ricopiarli e di diffonderli.

In alcuni casi questo invito venne ascoltato e i piccoli manifesti trovarono così una diffusione più ampia, in altri casi invece vennero consegnati alla Gestapo per paura di essere coinvolti e accusati di svolgere propaganda ostile al nazismo.