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«Sette settimane senza»

Con il mercoledì delle ceneri, il 14 febbraio, è cominciata la Quaresima, il tempo di preparazione alla passione e risurrezione di Cristo. Nelle chiese evangeliche questa tradizione è stata spesso trascurata, ma negli ultimi anni si stanno riscoprendo i benefici di un periodo circoscritto di particolare concentrazione spirituale.

Da 25 anni la Chiesa evangelica tedesca (Ekd) propone l’iniziativa «Sette settimane senza». L’idea è nata ad Amburgo in modo imprevisto. Un gruppo di amici, teologi e giornalisti, stava bevendo una buona bottiglia di vino, quando uno si chiese: «Ce la faremmo a rinunciare completamente all’alcool durante il tempo della passione?». Era una sfida e l’idea piacque. Alla fine c’era un programma: «Sette settimane senza: vedere chiaro – essere liberi – trovare vita». Il primo anno parteciparono in 300, nel secondo 3000. Oggi questa idea coinvolge circa 2 milioni di cristiani in tutta la Germania (esiste anche un sito dedicato, www.7wo.de).

Come funziona? Dal mercoledì delle Ceneri fino a Pasqua i partecipanti rinunciano a qualcosa di superfluo e tendenzialmente nocivo, come ad esempio l’alcool, il fumo, i dolci, ma anche a qualcosa che non riguarda l’alimentazione come la televisione o la macchina. Oppure si può provare a rinunciare allo shopping, acquistando per sette settimane soltanto cibo. Ognuno è libero di scegliere quello che vuole. Importante è che si tratti di qualcosa che è superfluo nella propria vita. Non ha senso rinunciare all’alcool, se anche durante il resto dell’anno si beve vino solo in chiesa durante la Santa Cena…

È evangelico? Il 9 marzo 1522 il riformatore di Zurigo Ulrich Zwingli partecipò in modo dimostrativo alla rottura del digiuno in casa dell’editore Christoph Froschauer, mangiando salsicce. Con ciò egli ha dato un segno importante per la libertà del cristiano che non è legata alle tante prescrizioni e opere imposte dalla chiesa. La stessa libertà del cristiano ci permette oggi di riprendere vecchi costumi e adeguarli liberamente alle nostre esigenze odierne, se ciò ci sembra utile.

Perché farlo? Si tratta in primo luogo di fare delle esperienze preziose. La rinuncia ci aiuta a vivere per un periodo in modo più cosciente. Chi rinuncia alla televisione o alla macchina avrà più tempo per se stesso, anche se forse, inizialmente, questo potrebbe mettere in crisi. La rinuncia crea una sensazione di libertà. Eliminando per un periodo cose abituali dalla nostra vita, le nostre abitudini vengono scombussolate e si può instaurare un nuovo e più maturo rapporto con il cibo, con il consumo e con noi stessi. Rompere con un’abitudine può avere un grande effetto e indurre a una riflessione continua su se stesso e su Dio. Inoltre si creano spazi ed energie libere che possono essere utilizzate per rielaborare cose vecchie non sistemate oppure cominciare cose nuove. Non bisogna creare delle forzature: queste cose succedono da sole. La creatività aumenta. Tutto sommato è un periodo ricco. Questo vale anche per la nostra spiritualità. Viviamo in modo più cosciente non solo per quanto riguarda noi stessi, ma anche la nostra fede in Dio.

 

Foto: Coffee & cigarettes