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La Chiesa Unita di Cristo chiede a Biden di proseguire con coraggio sui rifugiati

I leader della United Church of Christ, (Ucc), la Chiesa unita di Cristo, chiedono all’amministrazione Biden di continuare a insistere sulle prime azioni da lui perpetrate per ripristinare l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo negli Stati Uniti, e stanno esortando i membri della chiesa e le stesse congregazioni ad accogliere i rifugiati – e ad invitare il Congresso ad approvare una legge sulla protezione dei rifugiati. 

L’appello arriva in una dichiarazione firmata dai due dirigenti di Wider Church Ministries, che guida il lavoro dell’Ucc con i rifugiati e i richiedenti asilo: la pastora Karen Georgia Thompson, e il pastore.Joshua Baird. Thompson e Baird hanno applaudito Biden per il suo ordine esecutivo del 4 febbraio, volto a ricostruire il programma di reinsediamento dei rifugiati negli Stati Uniti dopo i passi indietro sotto l’amministrazione Trump. 

Hanno definito l’ordine «il primo passo verso un approccio umanitario e giusto al reinsediamento dei rifugiati» e «un inizio verso la rivendicazione dei valori statunitensi: fornire assistenza e accoglienza ai nostri vicini più vulnerabili».

 Hanno affermato inoltre che la legge sulla protezione dei rifugiati – precedentemente introdotta al Senato e alla Camera – dovrebbe essere aggiornata per «rafforzare il processo di ammissione dei rifugiati e di richiedenti asilo e stabilire un obiettivo minimo per nuove ammissioni ogni anno».

 La dichiarazione completa è qui di seguito:

«In qualità di responsabili nel programma della Chiesa Unita di Cristo con i rifugiati e i richiedenti asilo, lodiamo il recente ordine dell’amministrazione Biden-Harris di ripristinare e rafforzare il reinsediamento dei rifugiati negli Stati Uniti. Ora esortiamo l’amministrazione e il Congresso a costruire su quel primo passo e lavorare insieme per aggiornare e approvare una legge sulla protezione dei rifugiati.

 Ci uniamo all’intera comunità di rifugiati nell’accogliere e celebrare l ‘”Ordine esecutivo sulla ricostruzione e il potenziamento dei programmi per il reinsediamento dei rifugiati e la pianificazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla migrazione” del Presidente Biden, emesso il 4 febbraio. Questo ordine è il primo passo sulla strada verso un approccio umanitario e giusto al reinsediamento dei rifugiati. È un inizio verso la rivendicazione dei valori statunitensi: fornire assistenza e accoglienza ai nostri vicini più vulnerabili. 

La passata amministrazione ha annullato le politiche sul reinsediamento dei rifugiati, inducendo gli Stati Uniti ad abbandonare i propri impegni storici nel fornire case sicure ai milioni di sfollati nel mondo. Il recente decreto esecutivo del presidente pone le basi per sostenere le agenzie per i rifugiati nella ricostruzione e nel rafforzamento delle infrastrutture per accogliere e reinsediare un numero maggiore di rifugiati nei prossimi anni.

 Riportare i numeri di reinsediamento dei rifugiati alle cifre medie usuali richiederà il sostegno di molti partner pronte a lavorare insieme nell’accoglienza. La United Church of Christ è ansiosa di essere uno di quei partner. La nostra chiesa ha una lunga storia di sostegno a rifugiati e richiedenti asilo. Lo scorso autunno, abbiamo riaffermato questo impegno con una campagna in linea con la visione della nostra chiesa di “un mondo giusto per tutti”. 

Abbiamo chiesto maggiore consapevolezza, compassione e azione a favore degli oltre 79 milioni di persone in tutto il mondo che sono sfollate dalle loro case a causa di guerre, disastri e persecuzioni. Oggi invitiamo i membri e le chiese locali della Chiesa Unita di Cristo a continuare ed espandere il loro lavoro nell’accogliere e assistere i rifugiati appena arrivati. Li esortiamo inoltre a chiedere ai loro rappresentanti del Congresso di sostenere la legge sulla protezione dei rifugiati. L’aggiornamento di tale legislazione proposta per rafforzare il processo di ammissione dei rifugiati e di richiesta di asilo e stabilire un obiettivo minimo per nuove ammissioni ogni anno renderebbe chiaro l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dei suoi principi umanitari».