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Il muro che vacilla

Abbattere muri e creare ponti. Si tratta di un motto che continua ad essere di grande attualità e che, nonostante le inneggianti proposizioni divisive di alcune ideologie, ispira sempre numerosi progetti a carattere sociale, politico e artistico.

Il ponte in questione è rosa e dondola. Si tratta a tutti gli effetti di un’altalena come quelli nei parchi per bambini, piazzato sul confine tra Stati Uniti e Messico, con il celebre muro di divisione a fare da perno. Un’idea che fa sorridere: giocare di fronte alla ridicola idea che un muro divida veramente, decidendo chi escludere e chi no. Un’idea semplice e geniale che proprio per questo, e per tutti i significati e lo spirito che evoca, è stato premiato dal Design Museum di Londra con il premio Beazley Design of the Year 2020.

Il premio, insieme a quelli di tutte le categorie in gara, è stato annunciato online dal sito del museo dalla portavoce della giuria, che quest’anno era la giornalista di BBC Razia Iqbal.

Il Beazley Design of the Year è una specie di premio Oscar del design, che quest’anno ha messo in competizione progetti da 74 contendenti e decine di nazioni per 6 categorie che vanno dall’architettura alla moda, più un premio assoluto. Il Design Museum consegna il premio per la tredicesima volta e quest’anno ha visto il mondo artistico essere specchio di tempi difficili, anche prima della pandemia da Coronavirus. I progetti presi in esame per il premio esplorano il campo tecnologico, sanitario, il campo dei diritti e delle ineguaglianze, il razzismo e l’accesso a cibo e acqua. Il premio vuole sottolineare come il mondo del design possa giocare un ruolo nella contemporaneità e allo stesso tempo aiutare a superarla.

Il vincitore assoluto quest’anno è dunque l’altalena Teeter Totter Wall, ideata dagli architetti Ronald Rael e Virginia San Fratello insieme al Colectivo Chopeke di Juarez.

Questa la motivazione della giuria: «Il progetto crea un luogo in cui, per la prima volta, bambini da El Paso in Texas e della comunità vicina di Anapra in Messico, sono stati invitati a relazionarsi gli uni con gli altri in maniera significativa, con lo scopo di creare unità in un luogo politicamente decisivo come il confine tra Messico e Stati Uniti».

Il progetto ha richiesto più di dieci anni per essere realizzato e vuole evidenziare come quello che accade da una parte del confine, incide anche sull’altra. Le lunghe assi rosa del Teeter Totter Walls incastrati tra un palo e l’altro del muro, sono stati installati con l’aiuto di designer da entrambi i lati del confine e sono rimaste attive per quasi venti minuti il 28 luglio del 2019.

I realizzatori del progetto hanno ricevuto il premio da remoto e hanno commentato la scelta; Virginia San Fratello ha detto: «Il progetto ha attirato un’attenzione da tutto il mondo che non ci spettavamo. Dimostra che le persone hanno voglia di stare insieme, vogliono essere ottimiste e sono affamate di ottimismo e opportunità per il futuro. Dimostra che chi parla di esclusione fa parte di una minoranza».

Ronald Rael ha concluso: «Se si crede nella relazione tra design e attivismo e si vuole fare la differenza, devi esporti e dire come stanno le cose. Fa paura ma è importante».

Tra gli altri premi assegnati, quello per l’architettura è andato al progetto ModSkool del Social Design Collaborative. Il progetto è piccolo, modesto ma con una forte identità. Una soluzione pratica ed elegante per migliorare una condizione critica, quella della mancanza di edifici scolastici nelle zone rurali dell’India, realizzata in risposta agli sgomberi forzati delle comunità agricole. Si tratta di una serie di pannelli removibili che provvedono a creare un luogo designato allo svolgimento delle lezioni e che, in caso di necessità possono essere spostati.

Oltretutto questi spazi, durante i mesi del lockdown, hanno sicuramente aiutato ad evitare che troppi studenti lasciassero la scuola per l’impossibilità di accedere alle lezioni online.