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Simposio Onu. La violenza di genere «una vergogna per l’umanità»

Quando parliamo dello status delle donne e del modo in cui sono considerate e trattate nel mondo, non indulgiamo in «speculazioni accademiche sui diritti in astratto», ha affermato Ganoune Diop nel discorso di apertura tenuto il 26 gennaio al Settimo simposio annuale delle Nazioni Unite (Onu) sul ruolo della religione e delle organizzazioni basate sulla fede negli affari internazionali. Diop è direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della Chiesa avventista mondiale e segretario generale dell’Associazione Internazionale per la Libertà Religiosa (Irla).

Agli oltre mille partecipanti, tra rappresentanti Onu e di molte organizzazioni religiose, riuniti online, ha ribadito che in tanti contesti le donne “soffrono in modo sproporzionato le tragedie dell’esistenza umana”. “Le donne sono spesso il bersaglio principale e le vittime di guerre, genocidi, tratta di esseri umani, sudditanza domestica e schiavitù” ha continuato “il che si aggiunge al bilancio delle insicurezze provocate dalla multiforme realtà della disuguaglianza di genere”.

L’evento, dal titolo “2021: un anno decisivo per accelerare l’uguaglianza di genere, l’equità e la giustizia”, si è concentrato sul superamento delle disparità e delle discriminazioni come contributo essenziale per rimodellare il mondo mentre ci riprendiamo dalla pandemia da Covid-19.

Sbilanciamento a sfavore delle donne 
Nel suo intervento Diop ha citato una serie di statistiche che evidenziano l’impatto “sbilanciato” sulle donne di numerose disuguaglianze sociali, dall’esclusione dell’accesso all’istruzione alla prevalenza del matrimonio infantile, dall’abuso sessuale a diverse forme di emarginazione economica, ha riportato Bettina Krause, portavoce dell’Aplr.

Un modo decisivo per affrontare queste tragiche realtà, secondo Diop, è ammettere che, in molti contesti sociali e culturali, alle donne è stato a lungo negato il riconoscimento della loro piena umanità. Ciò ha portato a quello che il direttore ha definito uno degli «ostacoli globali e più profondi» al miglioramento della situazione femminile in tutto il mondo: la legittimazione della violenza di genere. «La violenza domestica e sociale, gli orrori del traffico di esseri umani, colpiscono in modo sproporzionato le donne e le ragazze, e rivelano il lato oscuro dell’umanità» ha ribadito.

I temi evidenziati dalla sua presentazione sono stati esplorati e discussi nelle tavole rotonde e nelle sessioni di domande e risposte con il pubblico. Infatti, obiettivi dell’incontro erano, per gli organizzatori, quelli di puntare i riflettori sulle realtà attuali ma soprattutto di avviare un dialogo – tra governi, organismi internazionali, gruppi religiosi e altri gruppi della società civile – su come affrontare collettivamente queste sfide, per accelerare il passo verso l’uguaglianza di genere, l’equità e la giustizia.

Il simposio 2021 fa parte di “una serie incentrata sul ruolo della religione e delle organizzazioni religiose negli affari internazionali. La Chiesa avventista mondiale è una dei numerosi co-sponsor di questi incontri che hanno lo scopo di amplificare la voce dei gruppi di fede all’interno della comunità internazionale e di promuovere una maggiore collaborazione su obiettivi condivisi” ha ricordato Bettina Krause “I precedenti simposi si sono concentrati su questioni come la violenza a sfondo religioso, i rifugiati e i migranti e il finanziamento umanitario”.

Sebbene di solito si tenga in presenza, nel Palazzo di Vetro a New York, quest’anno l’incontro si è svolto virtualmente, con partecipanti da Nord America, Europa, Asia-Pacifico, Africa e Medio Oriente.

La voce avventista 
Intervistato a conclusione dei lavori del simposio, Diop ha sostenuto l’importanza che la voce e le prospettive avventiste si facciano sentire all’interno della comunità internazionale. «Eventi come questi, intrapresi in collaborazione con altre organizzazioni, non servono a negare le differenze tra i gruppi» ha sottolineato «Sono, invece, un’opportunità per evidenziare i contributi unici che la Chiesa avventista porta sul tavolo e che guidano il nostro impegno globale in difesa dei diritti umani fondamentali, come le nostre convinzioni bibliche sulla dignità e il valore innati di ogni persona in quanto figlio e figlia del Dio Creatore».

il direttore Aplr ha anche osservato quanto il tema del simposio 2021 si adatti bene al lavoro portato avanti dalla Chiesa avventista – attraverso l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’attività umanitaria e la testimonianza spirituale – per migliorare ovunque la situazione delle donne. Da oltre un decennio, a livello mondiale, i Ministeri Femminili e l’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso, in collaborazione con altri Dipartimenti della Chiesa, promuovono l’iniziativa enditnow per dire basta e chiedere la fine della violenza contro le donne e di ogni forma di abuso.

Relatori
Tra i relatori del simposio Onu di quest’anno vi erano: Azza Karam, degretario generale di Religions for Peace; Alice Nderitu, consigliera speciale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio; Anwar Khan, presidente di Islamic Relief Worldwide; Laura Janner-Klaus, ex rabbino anziano del Movement for Reform Judaism; Ibrahim Salama, capo sezione trattati sui diritti umani, Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (Ohchr); Alison Kelly, rappresentante delle Nazioni Unite per Act Alliance; e Liberato Bautista, segretario generale aggiunto del United Methodist Church-General Board of Church and Society, e presidente della Conferenza delle Ong in rapporti consultivi con le Nazioni Unite (CoNgo).

Tratto da Hopemedia.it