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Basta violenze in Etiopia

Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Ioan Sauca, ha inviato una lettera al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali e una, invece, indirizzata alle chiese membro del Cec in Etiopia, per esprimere preoccupazione per le allarmanti notizie relative ai conflitti in corso in questi ultimi mesi e che stanno causando massacri, abusi, violazioni ai diritti umani, in particolar modo nelle regioni del Tigray e del Beninshangul-Gumuz.

 «Le poche organizzazioni umanitarie che sono riuscite a raggiungere le aree colpite dal conflitto nella regione del Tigray segnalano una situazione disastrosa, in cui milioni di persone sono a rischio fame e malnutrizione infantile. La carestia è arrivata insieme all’infestazione delle locuste del deserto» ha ricordato Sauca nella lettera indirizzata al primo ministro, e ha proseguito: «questi conflitti innescano altresì l’inevitabile sfollamento di persone dalle loro case e dalle zone rurali anche per via dell’indiscriminato uso di violenze sessuali e abusi perpetrati su donne, ragazze e bambine inermi».

Sauca, poi, ha riconosciuto gli sforzi del governo etiope fatti per portare soccorso alle aree più colpite dal conflitto, ma ha altresì esortato il primo ministro «a consentire che si possano aprire corridoi umanitari in modo che le agenzie umanitarie internazionali possano accedere alla popolazione. ormai ridotta allo stremo delle forze.

«La famiglia ecumenica – ha proseguito – prega per l’Etiopia in questo tempo così difficile. Condanna e deploria inequivocabilmente tutta la barbara violenza messa in atto», ha proseguito Sauca nella lettera dove ha poi ricordato che questi tragici sviluppi nel Tigray e nel Beninshangul-Gumuz si stanno verificando nella già difficile situazione causata dalla pandemia Covid-19.

Nella lettera inviata invece alle chiese dei membri del Cec in Etiopia, Sauca ha espresso la profonda tristezza e sgomento per la situazione: «Il Cec invia a tutte le chiese solidarietà e sostegno. Preghiamo affinché si possa sperimentare la presenza e l’amore di Dio anche in mezzo a queste terribili nuove sfide». Infine il segretario ha esteso le condoglianze alle famiglie delle vittime, «continueremo a pregare per la pace e la riconciliazione tra le persone e le comunità del vostro travagliato Paese», conclude infine la lettera.

Photo:  Ivars Kupcis/WCC