intropicthumb

La corsa al senato mette sotto i riflettori la «chiesa dell’America nera»

Abbiamo imparato in questi ultimi due giorni che le elezioni negli Stati Uniti non sono terminate. Lo abbiamo imparato grazie alle conversazioni telefoniche, chiamiamole così, intercorse fra il presidente uscente Donald Trump e il segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, in cui il primo prova in ogni modo, blandendo e insultando, a “far saltare fuori” in qualche maniera quegli 11mila voti che lo separano dallo sfidante vincitore Joe Biden, e il secondo, pur appartenente allo stesso partito del presidente, che replica con un filo di voce che tutti i conti sono già stati fatti e rifatti, e che non c’è nulla da fare in più per cambiare il corso della storia.

Ecco, oggi 5 gennaio in Georgia si vota al ballottaggio per l’elezione degli ultimi due senatori da inviare a Washington, e la sfida non è di poco conto perché al momento il Senato è in mano repubblicana proprio per due voti. Una doppia vittoria democratica oggi porterebbe la situazione a 50 e 50 e solo in questo caso secondo le leggi statunitensi diventerebbe dunque decisivo il voto finale della presidente del Senato, che è Kamala Harris, la vice di Biden alla Casa Bianca. Se vince la Georgia Biden fa dunque l’en plein di Casa Bianca, Camera e Senato e potrà permettersi di governare senza i freni di una parte del parlamento contrario.

Stamane Enrico Deaglio dalle colonne del giornale “Domani” descrive la Georgia come «lo Stato di Via col Vento. Qui Lincoln condusse la campagna militare decisiva della guerra civile, e il terribile generale Sherman portò a termine la sua “marcia verso il mare”, in cui mise una divisa agli schiavi liberati, promise loro «40 acri di terra e un mulo», rase al suolo Atlanta, ma salvò Savannah, «perché era troppo bella per essere bruciata». 

I neri della Georgia non ebbero né i 40 acri, né il mulo, molti emigrarono, ma molti anche restarono. Le vecchie mani bianche ebbero sempre il potere e vietarono loro l’accesso al voto, ancora fino ad oggi: fino a ieri la Georgia era un solido stato del sud conservatore, poi è arrivata la vittoria di Biden, patrocinata dall’attivismo di una donna, Stacey Abrams che adesso tutti prevedono avrà un posto nel governo. E con radici in una storia che non si è mai fermata: Raphael Warncock è un pastore battista che predica nella chiesa che fu di Martin Luther King». Ed è proprio lui uno dei due candidati democratici in corsa. Warnock è pastore infatti della storica Ebenezer Baptist Church, a Savannah, in cui predicava appunto Mlk.

Per decenni, la chiesa neogotica in mattoni rossi è stata un monumento alla storia della lotta degli afroamericani per i diritti civili. Ci sono volute una corsa al Senato ad alto rischio e un dibattito culturale dell’era Trump per spingere la chiesa battista di Ebenezer al centro dell’attuale dibattito politico. La predicazione di Warnock è diventata un punto focale nel dibattito sulla razza e la giustizia nelle elezioni. La sua avversaria, la repubblicana Kelly Loeffler, ha pubblicato attacchi molto forti utilizzando frammenti di sermoni di Warnock dal pulpito di Ebenezer per accusarlo di essere un socialista radicale di estrema sinistra che non supporta gli ufficiali di polizia. I 6.000 membri della chiesa sono abituati alle funzioni domenicali in piedi, in gran parte a causa dei visitatori che accorrono da fuori città. «L’attacco repubblicano non è solo contro Warnock, è contro la chiesa e l’esperienza religiosa di Ebenezer», ha detto a Religion News il reverendo Timothy McDonald III, pastore della First Iconium Baptist Church di Atlanta che ha servito come assistente pastore di Ebenezer dal 1978 al 1984. McDonald descrive le opinioni di Warnock come coerenti con l’opposizione della chiesa al razzismo, alla brutalità della polizia, alla povertà e al militarismo. Gli attacchi di Loeffler includono parti modificate in modo selettivo del sermone di Warnock in cui si denuncia «il potere della polizia che si manifesta in una sorta di mentalità gangster e delinquente».

«Ebenezer è “la chiesa dell’America nera”», ha aggiunto McDonald. Comunemente denominata “chiesa di Martin Luther King”, Ebenezer si trova nel mezzo di un parco nazionale dedicato alla vita e all’eredità dell’icona dei diritti civili, attirando ogni anno centinaia di migliaia di visitatori e turisti.

E’ stata fondata nel 1886. Il suo secondo pastore,  Adam Daniel Williams, ha portato suo genero, Martin Luther King. Senior, come vice pastore nel 1927. Suo figlio, King Junior., fu co-pastore dal 1960 al 1968. Il King maggiore, che ha servito come pastore di Ebenezer per più di 40 anni, ha continuato a guidare la comunità anche dopo l’assassinio di suo figlio a Memphis nel 1968.

« Tutti si sono precipitati ad Atlanta – Trump, Harris, Biden, Cruz – per l’ultimo appello. La telefonata di Trump non sta aiutando i repubblicani» – commenta  Deaglio prima di concludere « Preparate i pop corn. Io sto su Cnn, con una certa fiducia».