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Lesbo, Il più rigido di tutti gli inverni

 A fine settembre, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia (Celi), con il nome di Celi per Moria, ha indetto una campagna di raccolta fondi per sostenere il lavoro dell’Ong Refugee4Refugees sull’isola egea di Lesbo e nel nuovo campo profughi costruito dopo l’incendio di Moria.

L’obiettivo principale dell’organizzazione no profit, fondata nel 2017 da Omar Alskahal (lui stesso arrivato come rifugiato siriano a Lesbo nel 2014), oltre a fornire ai profughi vestiti per l’inverno e i beni di prima necessità per la vita/ sopravvivenza nel campo, è la cosiddetta winterization, cioè rendere le tende resistenti alle intemperie dell’inverno. Si tratta soprattutto di attrezzarle con pavimenti in legno in modo che le persone non restino con i piedi sulla nuda terra che spesso le forti piogge invernali trasformano in un mare di fango. Oltre a questo si tratta di irrobustire e impermeabilizzare le pareti di tende troppo leggere per resistere a vento, freddo e acqua, oppure di scavare canali di drenaggio attorno alle tende. Nell’ambito della campagna Celi finora sono arrivate donazioni per 14.300 Euro. La stessa Celi ha messo a disposizione 7.000 euro dal fondo 8xMille.

In una e-mail, il fondatore della Ong Refugee4Refugees, Omar Alskahal, ha voluto ringraziare la Celi per il suo sostegno sottolineando che la sua organizzazione lavora instancabilmente per migliorare le condizioni di vita dei rifugiati. «Ogni giorno fa sempre più freddo, il vento aumenta, la pioggia arriva» scrive Omar Alskahal. In tempi di pandemia da Covid 19 non sono poi solo le condizioni climatiche, ma anche le condizioni igieniche del campo a destare grande preoccupazione, soprattutto in riferimento alle categorie particolarmente vulnerabili come le giovani famiglie, le donne incinte, i disabili e i malati. «Gennaio e febbraio sono di solito i mesi più difficili e ci stiamo preparando per l’inverno più duro che abbiamo mai passato a Lesbo».

«Vogliamo ringraziarvi per il vostro incredibile sostegno nel 2020, continua Alskahal. L’anno che si è concluso senza dubbio è stato per noi il più difficile fino ad oggi qui in Grecia. Siamo stati però accompagnati passo dopo passo dal sostegno incrollabile che abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia R4R, e anche dalla vostra chiesa. E ora, mentre ci prepariamo a questo difficile inverno, vi chiediamo di continuare a stare al nostro fianco».

C’è ancora tantissimo lavoro da fare per la sua organizzazione: la winterization del nuovo campo di Lesbo, che è stato costruito in pochissimo tempo in maniera approssimativa su un terreno d’esercizi di tiro del militare in prossimità alla costa e con materiali non adatti al rigido clima invernale, sta procedendo, ma è ben lungi dall’essere completato. E sono ancora migliaia di persone che vivono nel campo. Altri gruppi dell’ONG R4R sono attivi anche sull’isola di Samos e sulla terraferma greca, oltre che nella capitale.

Omar Alskahal: «Più persone raggiungiamo, più sostegno possiamo dare, e abbiamo davvero bisogno di voi! Sappiamo che il nostro obiettivo è ambizioso, ma con il sostegno e la solidarietà, anche da parte vostra, possiamo ottenere molto!  Ancora una volta vorrei ringraziarvi a nome di tutto il team di R4R per il vostro sostegno; significa molto per noi sapere che anche voi siete ci supportate nella nostra missione».

 
Foto di Sam Zidovetski