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Per un innocente nulla è peggio dell’oblio

Dopo le elezioni presidenziali del 9 agosto (ne abbiamo parlato qui), la Bielorussia sta assistendo a un crescendo di violenze aggravatosi all’inizio di novembre. Alle proteste pacifiche di centinaia di migliaia di persone contro un risultato elettorale palesemente falsificato (e non riconosciuto da diversi Paesi), è stata contrapposta la violenza della polizia e della repressione. 30.000 persone sono state arrestate durante le manifestazioni o con accuse pretestuose, 4.000 sono state ferite o maltrattate, e sono stati aperti più di 100 procedimenti giudiziari a sfondo politico contro persone che rischiano anni di carcere (ma i procedimenti penali totali sarebbero diverse centinaia).

«Queste persone hanno bisogno di sostegno, Essere dimenticati rende la loro situazione molto peggiore, quando devono affrontare anni di prigione per crimini che non hanno commesso», si legge sul sito dell’iniziativa 100xSolidarität a favore dei prigionieri politici in Belorussia (qui il sito in inglese), su cui le chiese protestanti tedesche si son mobilitate. Il rischio infatti è che, passato il momento di risonanza mediatica, tutto cada nel silenzio, nella dimenticanza.

La Chiesa evangelica in Germania (Ekd) ha lanciato la campagna insieme a Viasna (Primavera), organizzazione bielorussa per i diritti umani, e alla Deutsche Gesellschaft für Ostereuropakunde (Dgo), società tedesca per gli studi sull’Europa orientale, attiva da più di un secolo come centro di studio politico, economico e culturale sull’area, promuovendo il dialogo tra est e ovest. Organizzazione no-profit indipendente, con sede centrale a Berlino (e in altre 20 città tedesche), i suoi membri provengono dal mondo della politica, della scienza, degli affari, della cultura e della comunicazione.

La campagna 100xSolidarität si affianca all’iniziativa #WeStandBYyou, di un’altra organizzazione per i diritti umani, Libereco Partnership for Human Right, una ong tedesca-svizzera nata nel 2009 per difendere i diritti umani in Bielorussia e Ucraina.

Diversi personaggi pubblici, a partire dal vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Ekd, e poi giornalisti, politici, intellettuali (tra questi il filosofo e sociologo ultranovantenne Jürgen Habermas), scienziati, scrittori, musicisti, hanno preso posizione chiedendo l’immediato rilascio dei prigionieri politici, a favore della democrazia, del rispetto del diritto di voto e dei diritti umani.

Inoltre, diversi membri del Bundestag o parlamentari europei di vari partiti (Spd, Cdu, Verdi…) hanno assunto il ruolo di “padrini” e “madrine” di prigionieri politici bielorussi all’interno della campagna #WeStandBYyou di Libereco, come si legge sul sito dell’associazione Viasna, dove tra l’altro si trova l’elenco aggiornato dei detenuti politici, al momento 155 (queste informazioni si trovano anche sul sito della campagna 100xSolidarität).

L’azione di sensibilizzazione si estende anche alla gente comune, con l’invito a condividerla sui social, organizzare eventi o raccolte fondi (attraverso l’organizzazione Libereco e la Dgo, perché è impossibile sostenere direttamente organizzazioni bielorusse).

Come si legge sul sito di 100xSolidarität in una delle risposte alle “domande frequenti”, per un innocente in custodia nulla è peggio che essere dimenticato: per questo l’azione della solidarietà, anche simbolica, è importante, per dimostrare a queste persone (peraltro spesso molto giovani) che il loro coraggio non è stato vano. Anche se la campagna non potrà portare al loro rilascio immediato, è importante inviare un segno di speranza al popolo bielorusso, perché non rinunci alle sue legittime richieste.

 

Foto: Natalia Gusarova, Peaceful protest in Belarus, August 2020, via Istockphoto.com