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Possa Dio conservarci nel suo amore

Tu sei il Dio che opera meraviglie; tu hai fatto conoscere la tua forza tra i popoli
Salmo 77, 14

Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria
Colossesi 1, 27

La preghiera contenuta in questo salmo, oltre ad essere poeticamente commovente, tocca degli argomenti che il credente non può non fare suoi. La fede, la totale fiducia riposta in Dio, nella transitorietà della nostra imperfetta esistenza umana, mostra una possibile strada da percorrere nelle intricate vicende che l’uomo, a volte sembra impotentemente, deve attraversare. Il salmista sembra ben conoscere la sua condizione di uomo al cospetto di Dio, gli impedimenti e le debolezze e le afflizioni che puntualmente s’incrociano su questo enigmatico cammino che chiamiamo vita. 

Nel campo della fede, il credente realizza, dopo innumerevoli tentativi, sentieri sbagliati che sono stati imboccati, lunghe attese infeconde, che senza l’aiuto e la guida di Dio che spiana le strade nulla è possibile all’uomo. Il salmista sembra saperlo e ce lo racconta in una preghiera toccante e profonda.

L’aiuto implicito richiesto nella supplica sfocia in un ricordo, in un rievocare: l’orante chiede a Dio di riappropriarsi della sua vita, di conservarla costantemente in Lui poiché gli è stato dischiuso, nel passato, uno scenario dell’esistenza che egli non può più dimenticare e che ricorda con malinconia. Che Dio lo recuperi a sé solo a causa del Suo amore e della Sua giustizia, come desidera lo stesso salmista che solo da Dio vuole essere salvato perché lo ha già conosciuto come Colui che opera meraviglie. Nel suo destino, se è destino di salvezza, si decide, per il poeta, la questione se Dio sia per lui anche adesso una realtà alla quale possa confessarsi, oppure se egli resta escluso da tale realtà.

Ci conservi Iddio nel suo amore e per mezzo di Cristo, per la potenza dello Spirito, si faccia ri-conoscere quando smarriamo la strada; proprio lì quando affermiamo, constatando con tristezza: La mia afflizione sta in questo, che la destra dell’Altissimo è mutata…