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Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno

Il Dio di Daniele è il Dio vivente che dura in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà sino alla fine
Daniele 6, 26

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno
Ebrei 13, 8

Tra coloro che credono che la Bibbia vada attualizzata attraverso una predicazione che parli alle società di oggi e coloro che credono vada letteralmente presa così com’è, ci sono diverse opzioni. Ma c’è una frase lapidaria, scolpita nella lettera agli Ebrei, estremamente chiarificatrice: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno». Dalla teofania del roveto ardente all’incarnazione, Dio non ha mai cambiato identità: «Io Sono colui che era, è e sempre sarà». A Mosè, riluttante di fronte alla missione, Dio si definisce non per affermare l’eternità del suo essere, ma l’eternità del suo stare con noi. In alcuni testi rabbinici il Signore avrebbe aggiunto a Mosè: «Io Sono colui che è con loro nella schiavitù attuale e colui che sarà con loro nella schiavitù futura». Poi i due convennero di risparmiare a Israele ulteriori angosce e di limitarsi alla prima parte. Non stupirebbe che l’autore della lettera agli Ebrei, un ebreo cristiano di ampia cultura ellenistica, abbia voluto per Gesù Cristo esattamente il nome ineffabile e nello stesso tempo programmatico che Dio pronunciò in occasione del primo esodo. Come se Lui stesso si sia dato una missione: quella di non abbandonarci al nostro destino di peccato, ma di riscriverlo con noi. La storia della salvezza è il suo programma, storicamente attuale poiché ogni passo della storia, in mezzo a tribolazioni, a nuove schiavitù, a nuovi esodi, lo vede presente. Quanto a volte le nostre comunità assomigliano a quella a cui si rivolse la Lettera agli Ebrei? Una comunità stanca, con “le mani cadenti e le ginocchia vacillanti”, disillusa al punto di essersi allontanata dalla “comune adunanza”! Risvegliare il fuoco della fede è possibile soltanto sentendo la presenza di Cristo, del Dio incarnato in mezzo ai travagli della storia. 

Immagine: Raffaello, Mosè davanti al roveto ardente, Galleria Farnese (Museo di Capodimonte, Napoli)