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“Preghiere da asporto”

«Gentile passante, questo messaggio è per lei. Sull’alberello illuminato posto sul portone della chiesa vi sono delle palline di Natale. In ciascuna si trova una preghiera. La invitiamo, se vuole, a prenderne una e magari a metterla sul suo albero. Le preghiere sono scritte da varie persone che in questo periodo affrontano varie sfide a volte davvero impegnative. Consideri questo come un segno della nostra simpatia e della comune speranza per una città migliore e per un mondo più giusto. È questo il nostro modo semplice e sincero di augurarle Buon Natale!». Con questo messaggio messo nella bacheca a fronte strada, la chiesa battista di Milano-via Pinamonte ha lanciato l’iniziativa delle “preghiere da asporto”.

«L’idea – ci racconta il pastore Massimo Aprile – si è ispirata ad un’iniziativa intrapresa da un fratello della nostra comunità, Salvatore Cuturi, un artista (ne abbiamo parlato su riforma.it), che nel suo negozio ha posto su un tavolino – a beneficio dei clienti – delle “poesie d’asporto”: poesie incoraggianti per il tempo che stiamo vivendo. Ci siamo detti che sarebbe stato bello condividere delle preghiere con questa formula. Ne abbiamo parlato un po’ nei gruppi whatsapp comunitari, abbiamo considerato anche le implicazioni di carattere sanitario, mettere ad esempio dei foglietti poteva essere non igienico… e pian piano l’iniziativa ha preso forma: abbiamo deciso di porre sulla porta principale della chiesa l’illustrazione di un alberello di Natale decorato con palline colorate dentro le quali inserire delle preghiere. In questa maniera la comunità vuole esprimere il proprio augurio natalizio alle persone del quartiere».

Le preghiere inserite nelle palline natalizie sono il frutto di un “laboratorio di preghiera” comunitario. «Le preghiere – prosegue Aprile – sono state scritte da fratelli e sorelle della comunità; ci siamo dati il compito di scrivere preghiere di intercessione avendo in mente i bisogni, le paure, le speranze che diverse categorie di persone hanno in questo momento, come ad esempio: gli anziani, le persone che hanno avuto il Covid o che hanno avuto qualcuno in famiglia che ha avuto danni causati dal virus; chi non è stato toccato economicamente dalla pandemia o quanti hanno dovuto sospendere le proprie attività commerciali. Poi, domenica scorsa abbiamo portato l’alberello nella sala di culto e, al momento della celebrazione della Cena del Signore, abbiamo aperto a caso una pallina e abbiamo letto la preghiera: era la preghiera di una persona che non era stata colpita né fisicamente né economicamente dal Covid e che, rendendosi conto di avere un maggiore debito di solidarietà, chiedeva a Dio la forza di condividere le sue risorse per aiutare il prossimo».

Man mano che i passanti prendono le palline, queste vengono rimpiazzate da nuove. «Abbiamo questo “laboratorio di preghiera” ancora aperto – conclude il pastore Aprile –. Ogni giorno mi giungono nuove preghiere, che stampo e che poi vengono inserite in nuove palline. Certo, va considerata l’ubicazione della nostra chiesa che si trova in una traversa, dunque non in un posto di grande visibilità, in più il clima di queste giornate è molto rigido e non incoraggia il passeggio. Vediamo nei prossimi giorni come sarà accolta questa iniziativa, che è una maniera per esprimere alle persone del quartiere la nostra vicinanza e solidarietà, e l’augurio di un sereno Natale».