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Don Chisciotte, un’opera che può interpretare ogni tempo

 

Si è concluso da poco il viaggio in compagnia del Don Chisciotte della Mancia che Pasquale Iacobino, libraio della Claudiana di Firenze, ha condotto su Instagram: ben 20 dirette, cominciate l’11 maggio scorso e conclusesi il 22 novembre, nel corso delle quali sono stati raccontati i 52 capitoli del primo volume del romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra (El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha (1605). L’esperienza riprenderà a gennaio con il racconto della “Segunda parte del ingenioso Caballero Don Quijote de la Mancha (1615). Il racconto fatto da Iacobino di alcuni capitoli del capolavoro della letteratura mondiale, considerato il primo romanzo moderno, ha appassionato un gruppo di partecipanti che è cresciuto di settimana in settimana. Ma com’è nata questa idea? Pasquale Iacobino lo ha raccontato a riforma.it.

«Sono un cultore delle lingue straniere, in particolare dello spagnolo e del francese, che pratico per piacere personale. Proprio per praticare la lingua spagnola, tempo fa sono entrato a far parte di un gruppo Facebook di librai spagnoli, con i quali pian piano siamo diventati amici a distanza. Quando c’è stata l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, con lo stesso gruppo di amici librai, a cui si sono uniti illustratori, autori, ho partecipato a delle conversazioni via Zoom. In uno di questi incontri ho conosciuto un illustratore che gode una discreta fama in Spagna, Santiago García Clairac, che per “curarsi” dall’impatto emotivo del lockdown, ogni giorno pubblicava su Facebook una vignetta a commento delle notizie quotidiane. Ogni sua vignetta vedeva come personaggio principale un Don Chisciotte con dei piccoli “don chisciottini”. Mi colpì molto la prima vignetta realizzata il giorno in cui il governo spagnolo aveva deciso di fare lockdown: c’era un Don Chisciotte piangente di fronte una libreria chiusa. Rimasi molto impressionato da quella vignetta e lo dissi a Santiago che ricordo mi disse “Don Chisciotte è un’opera che può interpretare ogni tempo”». 

Dunque devi a questo amico illustratore l’averti dato l’input a raccontare il capolavoro di Cervantes durante le dirette su Instagram?

«Non solo. La frase di Santiago mi aveva spinto a riflettere sul fatto che già in passato, durante un momento di crisi del paese, ero tornato a leggere un classico della letteratura. Mi sono detto che quello era il momento di Don Chisciotte. Sempre via social, poi, frequentavo un gruppo di studenti di spagnolo, a cui ho raccontato in chat che avevo cominciato a leggere quel romanzo. Sono stati loro ad incoraggiarmi a fare delle dirette Instagram. “Può essere un’idea”, mi sono detto. Così ci ho riflettuto e ad un certo punto ho stabilito che avrei fatto una diretta introduttiva sul romanzo, con l’aiuto di persone competenti della materia, e poi avrei cominciato a raccontare a questi amici cultori del castigliano e della letteratura ispanoamericana in diretta Instagram quello che stavo leggendo di settimana in settimana, scegliendo un taglio colloquiale e leggero, accompagnato tuttavia dall’apparato critico di Francisco Rico, forse il maggior esperto della letteratura spagnola del Siglo de Oro. L’idea delle dirette è dunque nata un po’ per gioco, poi però ho visto che avevo delle persone che attendevano l’appuntamento». 

Era il momento giusto per leggere insieme il Don Chisciotte…

«Senza dubbio! Quando ho programmato di fare la prima diretta Instagram lunedì 11 maggio, due giorni prima è uscito in edicola Robinson – l’inserto di Repubblica – con il titolo “Siamo tutti Don Chisciotte”, con all’interno un articolo di Alberto Manguel, già direttore tra l’altro della biblioteca nazionale di Buenos Aires, ex libraio e “lettore” per l’ormai cieco Jorge Luis Borges. Il titolo dell’articolo di Manguel recitava “Questo è il tempo di Don Chisciotte. Il protagonista di Cervantes vive l’interruzione della realtà e l’affida all’impossibile. La sua lezione folle è necessaria oggi più che mai”». 

Perché dunque leggere Don Chisciotte? 

«Perché è l’opera della sospensione, della provvisorietà, l’opera in cui la realtà subisce uno stravolgimento sotto gli occhi del protagonista. In questo nostro tempo così provvisorio, devastato, sospeso, il romanzo di Don Chisciotte, il disadattato per eccellenza, colui che comunque si è ancorato ad alcuni valori che, ancorché anacronistici, ritiene suoi. Sono i valori della difesa degli ultimi, dei bisognosi e delle “donzelle”, agiti anche in contrasto con la direzione che ha preso la società. Per quanto “parodia”, traboccante di umorismo, è stata per me una lettura “edificante”. Infatti, il Don Chisciotte è una lettura che aiuta a vivere con un po’ di autoironia i momenti più duri – la vita stessa di Cervantes fu durissima –, e al tempo stesso ad avvertirti sul rischio di scambiare Mulini per Giganti e Giganti per Mulini. Il Don Chisciotte insegna che con il potere dell’immaginazione la logica stringente del realismo non avrà mai l’ultima parola sulla cosiddetta realtà». 

Quale bilancio puoi fare delle dirette Instagram? 

«Senz’altro positivo! Accanto al gruppetto di affezionati, si sono aggiunte persone che mi seguivano in diretta, altre che ascoltavano le puntate in un secondo momento, e poi tante altre che ogni tanto si affacciavano, commentavano, mi incoraggiavano e ringraziavano. Ho ricevuto con mia grande sorpresa anche due regali: un volume introvabile del Don Chisciotte illustrato da Gustave Dorè, e una targa di legno, su cui è riportata una dedica per i 20 anni di attività della Libreria con un’immagine stilizzata di Don Chisciotte e Sancio Panza».

Instagram, Facebook hanno dato la possibilità, soprattutto in questo momento, di raggiungere un bacino di persone prima inimmaginabile. 

«Se la libreria Claudiana di Firenze ha fronteggiato l’anno più buio della sua ventennale esistenza, lo ha fatto anche grazie al lavoro fatto sui social. Questo lo posso dire con certezza, perché la visibilità crea relazione e la relazione, per un soggetto del territorio che si occupa anche di vendere, è fondamentale. Ho colto anche un cambio di prospettiva durante il periodo di lockdown: più persone si sono rese conto che acquistare da un negozio fisico ha un valore aggiunto, quindi anche in questi giorni si stanno moltiplicando le persone mai viste prima, che o con il passaparola, o perché hanno seguito le iniziative su Facebook o su Instagram, vengono in libreria e dicono “ho deciso di venire a comprare in una piccola libreria”. Anche lo strumento di Bookdealer, piattaforma delle librerie indipendenti, ha amplificato la visibilità territoriale della Claudiana di Firenze. Quindi l’uso dei social non ha a che fare solo con una presenza virtuale. Ho continuato a fare quello che facevo da sempre: leggere, interagire con le persone, ma questa volta era necessario metterci la faccia, quasi a controbilanciare con un elemento di autenticità quegli strumenti così labili, liquidi, evanescenti come i social. Ho continuato a fare quello che facevo prima, semplicemente coniugandolo con questi nuovi strumenti della comunicazione. Serenamente posso dire che tutto ciò mi ha aiutato a sopportare con creatività la durezza del tempo presente e a intravedere la luce oltre il buio di una strada spenta dall’emergenza sanitaria».

Le registrazioni delle dirette Instagram sul Don Chisciotte sono tutte disponibili su profilo Instagram della Claudiana di Firenze.

L’illustrazione che accompagna l’articolo è di Santiago García Clairac