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RadaM: accoglienza e reinserimento per le donne in difficoltà

RadaM, Responsabilità Autonomia Donne a Milano, è il nuovo progetto di housing sociale a cura del Servizio Inclusione della Diaconia Valdese. Un progetto nato ad inizio novembre 2020 che offre, oltre ad una casa in condivisione, anche il sostegno di un social point per accompagnare le utenti nel percorso di reinserimento sociale.
Un progetto creato in rete con i servizi sociali e le associazioni del territorio della zona del Municipio 6 di Milano, e che ha avuto anche il sostegno dell’amministrazione comunale.
Il progetto è proposto anche in altre città: RadaT a Torino, RadaR a Roma e RadaN a Napoli.

Martina Cresta, responsabile del progetto RadaM, racconta com’è nato.

«Milano è una città che risponde bene ai bisogni e agli interessi. Quando le chiese ci hanno invitato a pensare a progetti di aiuto ad una categoria di persone fragili, in questo caso donne che hanno avuto già un percorso di accoglienza presso case rifugio, quindi vittime di violenza, insieme alla direttrice dei Servizi Inclusione della Diaconia Valdese abbiamo pensato a questa proposta. Un progetto virtuoso che abbiamo attivato su Milano appena da un mese. Stiamo accogliendo tre donne in co-housing, in un appartamento in zona centrale a Milano, quindi con servizi e spostamenti comodi. Si trova all’interno di un condominio, perchè crediamo molto nell’accoglienza diffusa che aiuta a creare integrazione e inclusione».

RadaM sostiene le donne in un percorso verso l’autonomia. Oltre a dare una casa, garantisce infatti anche un accompagnamento educativo soprattutto sull’aspetto dell’autonomia lavorativa. «Quasi tutte le donne hanno un lavoro o un tirocinio attivo. Altrimenti le aiutiamo noi a trovarlo, partendo banalmente dalla fase di bilancio di competenze, fondamentale per trovare quello che può essere uno sbocco professionale» conferma Martina.

Un progetto che prevede anche la condivisione di spazi tra persone che provengono da esperienze simili, sebbene non identiche. Un aspetto che può incentivare l’aiuto reciproco e una maggiore comprensione «Non è semplice, perchè quando le persone si trovano in co-housing non si scelgono, ma si trovano. Queste donne ci stanno però insegnando un’umanità e un aiuto reciproco prezioso. Le loro storie sono molto simili, e sapere che certe cose non accadono soltanto a te, ma (purtroppo) anche ad altre, ti da la forza per andare avanti».

Connessa al progetto dell’appartamento in co-housing, c’è anche la creazione di un nuovo social point, che ha l’obiettivo di creare servizi e ulteriori sostegni per le donne, principali beneficiarie: dall’orientamento abitativo e sanitario, al supporto e inserimento lavorativo, al sostegno psicologico. «A Milano abbiamo già dal 2017 il Community center, uno spazio completamente gratuito aperto alla cittadinanza – spiega Martina – In questo nuovo social point le donne potranno rendersi parte attiva e mettere la loro esperienza e capacità a servizio di altre donne. Ci siamo immaginati un punto di scambio in tranquillità, attorno ad una tazza di tè o di caffè: non necessariamente uno scambio di esperienze legate al trauma passato, ma anche una condivisione di emozioni, pensieri. Spesso queste donne sono straniere, si trovano a vivere in un paese in cui non padroneggiano la lingua. Condividere crea sinergia, unione ed è la base per un mutuo aiuto che possa aiutare a ripartire verso una nuova vita».

RadaM è quindi un nuovo progetto della Diaconia Valdese che parte dalle chiese, ma torna alla società in cui viviamo e che ci circonda.