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Ospedale evangelico di Genova: formazione antiviolenza

Come ogni anno, in concomitanza con la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Ospedale evangelico internazionale di Genova propone un incontro di formazione, particolarmente cruciale per lacuirsi della violenza domestica sommersa” a causa del lockdown. L’approfondimento online previsto per la mattina di venerdì 27 novembre, intitolato Supporto alle problematiche e disagi evidenziati in periodo pandemico”, rientra nel progetto Finestra Rosa”.

Ne parliamo con la presidente Barbara Oliveri Caviglia, da poco riconfermata nell’incarico: «Mi è stato chiesto di proseguire e ho accettato, nella consapevolezza che c’è un enorme lavoro da fare, oggi più che mai, verso tante realtà che prima non erano così in difficoltà».

Il progetto Finestra Rosa”, finanziato dall’otto per mille della Chiesa valdese, dal 2013 «aiuta le donne vittime di violenza, fisica e psicologica. Alle donne che arrivano al Pronto Soccorso o agli ambulatori, o che ricoverate in altri reparti rivelano una storia di violenza – spiega Oliveri Caviglia– offriamo ascolto psicologico nei due presidi (di Castelletto e Voltri, ndr) attraverso due psicologhe che le accolgono e accompagnano verso le realtà territoriali che possono farle uscire dall’incubo della violenza».

Oliveri conferma l’aggravarsi dell’emergenza: «Questa pandemia ha stravolto le nostre vite, colpendo ancora più duramente le persone più deboli, amplificando le disuguaglianze sociali ed economiche. La condizione della donna rischia di essere riportata indietro di mezzo secolo, e le conquiste sulla parità di genere di essere cancellate. Il rischio di violenza aumenta perché la vittima è costretta a vivere 24 ore su 24 con il proprio aguzzino, e questo dà il via a un crescendo di violenza a cui purtroppo anche i figli sono costretti ad assistere più di prima, con conseguenze sul futuro».

Anche l’attività dell’ospedale è stata stravolta, spiega Oliveri: «Ci confrontiamo con scenari che nessuno si sarebbe mai prefigurato. Il presidio di Voltri, in entrambe le ondate della pandemia, ha dovuto riconvertirsi in Covid hospital: solo nel periodo dal 24 ottobre a oggi sono stati presi in carico più di 200 malati. Nonostante questo, si è continuato a incontrare le realtà con cui collaboriamo nell’ambito della violenza contro le donne, anche per cercare di capire come dare risposte sempre più efficienti ai bisogni che man mano emergono».

Nell’incontro del 27 queste realtà saranno presenti, la Procura, le forze dell’ordine, il Tribunale dei Minori, i centri antiviolenza, l’Università di Genova,  e anche il Consolato dell’Ecuador. Questo perché la situazione delle donne straniere è un punto delicato, che «meriterebbe un capitolo a parte, su cui si aprirebbero scenari che spesso ignoriamo».

Interverrà anche la pastora Gabriela Lio, presidente della Fdei, con cui lo scorso anno è stata avviata la collaborazione che ha dato origine al corso “Parla, ti ascolto” (ne avevamo parlato qui), che«ha dato modo a donne e uomini evangelici di partecipare a una formazione con professionisti della sanità, centri antiviolenza e le varie realtà evangeliche del territorio».

L’importanza di un’attenzione costante è sottolineata da Barbara Oliveri Caviglia in conclusione, con un appello rivolto direttamente alle donne: «Emancipazione significa anche essere consapevoli della propria salute: per quanto possibile, non trascurate i programmi di prevenzione, di screening; continuiamo a investire in questo, per non vanificare i grandi risultati ottenuti».