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Le chiese sud americane preoccupate per la crisi in Perù

La situazione sociale e politica in Perù pare allo sbando. Tre presidenti della Repubblica in una settimana, dopo vari che si sono succeduti in pochissimi anni, tutti alle prese con accuse di corruzione, da cui il paese latino americano pare non riuscire a liberarsi.

Scontri di piazza, manifestazioni popolari di protesta contro una politica sempre più lontana dalla gente sono costati al momento due vittime. La situazione appare assai caotica.

In questo contesto il Consiglio delle Chiese latinoamericane (Clai) ha rilasciato un comunicato in cui esprime preoccupazione per la crisi istituzionale in cui si trova il Perù, dopo gli eventi politici che mettono in precaria condizione la democrazia in un quadro già complesso per le conseguenze della Pandemia sulla salute e sull’economia della popolazione. «Siamo preoccupati per il processo decisionale che viola l’ordine costituzionale del Perù pochi mesi prima che si tengano le prossime elezioni generali (previste per la primavera prossima ndr.). Allo stesso tempo, vediamo con speranza e comprendiamo la protesta dei cittadini per reclamare alle autorità le loro decisioni nel corretto esercizio dei loro diritti sociali e politici, esprimendo il loro disaccordo e rifiuto delle azioni arbitrarie intraprese da coloro che dovrebbero essere niente altro servi del popolo», sottolinea il documento firmato dal suo presidente, il pastore Jorge D. Zijlstra Arduin.

Sulla stessa linea, sottolinea come un fatto doloroso che «di fronte alle rivendicazione dei cittadini, lo Stato risponda con la stigmatizzazione delle proteste, con violenza, repressione e morte, con bilanci di dolore e sofferenza per tutte le famiglie peruviane» e invita le Chiese dell’America Latina e dei Caraibi, nonché i fratelli e le sorelle del Perù «a continuare a chiamarsi l’un l’altro alla preghiera e ad azioni concrete che contribuiscano alla pace con giustizia in Perù». Infine, citando il testo di Romani 13: 4 in cui l’apostolo Paolo sottolinea «che ogni autorità dovrebbe essere sottoposta al servizio di Dio per il benessere della popolazione», dalla Clai arriva l’invito «alle autorità politiche del Paese a ricercare il bene comune e la pace sociale con giustizia, per agire con equità e rispetto per tutte le persone, ricercando il benessere dell’intera popolazione, soprattutto dei settori più vulnerabili; garantire il libero esercizio dei diritti costituzionali e il pieno rispetto dei diritti umani di tutti i cittadini e rendere giustizia a tutte le vittime di violenza». 

Anche l’Aipral, l’Alleanza delle chiese presbiteriane e riformate dell’America Latina lancia un grido di allarme: «La nostra nazione sorella del Perù è immersa in una profonda crisi e nell’incertezza della morte e del dolore. Vittime di un alto tasso di contagio e mortalità da parte del Covid, si aggiunge ora una profonda crisi politica che ha portato successivamente a compromettere la credibilità delle istituzioni di governo e a aumentare la debolezza del sistema democratico».

Il testo dell’Aipral, organizzazione che riunisce 22 chiese presbiteriane e riformate del Centro e Sud America, è firmato dal segretario esecutivo Dario Barolin, pastore della Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata, ramo sudamericano della Chiesa valdese.

Vi si legge ancora che «La rimozione del presidente Martín Vizcarra e le dimissioni dell’incaricato, Manuel Merino, non sono la stessa cosa. Il primo viene destituito da un parlamento che lo accusa di corruzione e allo stesso tempo molti dei suoi membri cercano di nascondere le cause di corruzione contro di lui. Il secondo è costretto a dimettersi a causa delle manifestazioni popolari e della violenza con cui sono state represse. Il sistema politico non sarà in grado di trovare risposte se la corruzione, la sua impunità e le grandi imprese economiche che estraggono la ricchezza naturale del Perù e lasciano pochi vantaggi alla maggioranza della sua popolazione continueranno a privilegiare. Preghiamo per la popolazione peruviana affinché Dio elevi i leader al servizio del suo popolo, con compassione per le persone più vulnerabili, con sensibilità per la creazione di Dio e attaccamento alla giustizia. Preghiamo che i suoi capi possano tracciare nuovi sentieri in mezzo a tanta ingiustizia dove “il giudizio scorra come l’acqua e la giustizia come un fiume potente” (Amos 5:24). Preghiamo per coloro che hanno perso i propri cari nelle manifestazioni e speriamo in rapidi chiarimenti e giustizia per le azioni che hanno causato feriti, morti e sparizioni. Invitiamo le nostre chiese membro, le chiese sorelle e altre comunità di fede ad accompagnare il Perù nella preghiera e anche tutte le persone di buona volontà a rimanere attive e attente alla situazione nel nostro amato Perù».

Foto di Melissamarzo, manfiestazioni in piazza