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Il pastore cinese «sovversivo»

Era il 14 marzo scorso quando la Radio Free Asia riferiva dell’arresto del pastore cinese Zhao Huaiguo, il fondatore della Bethel Church, una chiesa domestica (definizione che deriva da alcuni versetti biblici del Nuovo Testamento nei quali si menziona l’abitudine dei primi cristiani a riunirsi nelle abitazioni per celebrare il culto a Dio. Paolo, nella Lettera ai Romani fa riferimento allo kat’oikon ekklesía, la “Chiesa domestica” ove si radunavano i cristiani a celebrare l’Eucaristia) attiva nella località Hunan.

Il pastore, il giorno dell’arresto venne prelevato dalla sua abitazione con l’accusa di «incitamento alla sovversione del potere statale».

La moglie Zhang Xinghong il giorno seguente, sul sito Missionbox.org, riferiva che l’arresto del marito era stato disposto in quanto l’uomo avrebbe «pubblicato messaggi relativi alla pandemia di coronavirus», senza autorizzazione governativa, aggirandone i controlli.

Le autorità imputano all’uomo «di aver utilizzato di un software capace di evitare i controlli statali e di aver condiviso contenuti politici; compresa la pubblicazione di informazioni relative alla pandemia, che allora aveva il suo epicentro a Wuhan».

Dal 2007 le autorità chiedono che la Chiesa domestica fondata dal pastore entri a far parte del Movimento delle Tre autonomie. Richiesta sempre rifiutata dall’uomo di chiesa. Ora è in corso il processo a suo carico. La prima sessione si è tenuta lo scorso 13 ottobre, ma la notizia è stata diffusa solo in questi giorni, più di un mese dopo.

Le autorità cinesi – dichiarano alcune agenzie di stampa internazionali, pare abbiano «impedito a Zhao e alla sua famiglia di potersi scegliere un avvocato; obbligandoli a farsi difendere da un avvocato d’ufficio». Risulta, poi, che questi in occasione della prima sessione abbia «appoggiato la tesi dell’accusa, per ottenere una sentenza più clemente». Al processo erano presenti la moglie di Zhao, il figlio e tre membri della comunità.

Secondo alcune stime in Cina sarebbero presenti 80-100 milioni di protestanti. Di questi, 23 milioni aderirebbero al Movimento delle tre autonomie, vicino al governo.

La moglie del pastore ha dichiarato che più volte prima del fermo dell’uomo «fu chiesto alla chiesa domestica di unirsi al Movimento Patriottico delle Tre Autonomie», l’Associazione che sovrintende al cristianesimo protestante in Cina.

Il giorno seguente all’arresto, poi, sei agenti di polizia, ricorda ancora la moglie, si recarono presso la Bethel Church e «confiscarono 480 libri, inclusi strumenti di studio, dispense e copie di materiali biblici; sostenendo che i materiali erano illegali e senza permesso di pubblicazione».

Il pastore Zhao Huaiguo ha fondato la chiesa Bethel nel 2007 a Cili, località che si trova vicino alla città di Zhangjiajie (Hunan).

L’anno scorso questa chiesa è stata bandita. Il governo da allora sostiene che il pastore Zhao stia predicando e distribuendo illegalmente opuscoli cristiani. 

L’anno scorso le autorità cinesi hanno chiuso le porte e le attività di culto di diverse chiese, alcune molto note in Cina come la chiesa Rongguili a Guangzhou, la chiesa Xunsiding a Xiamen e la chiesa del patto della prima pioggia di 5.000 membri a Chengdu, in Cina.