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Vivere nell’amore e nella fede

Il 9 novembre scorso è stato presentato ufficialmente l’atteso documento della Chiesa anglicana su identità, sessualità, relazioni e matrimonio.

Frutto di tre anni di lavoro, il documento intitolato Vivere nell’amore e nella fede (LLF) non riguarda solo le relazioni omosessuali, ma esplora anche altre aree come il transgenderismo e l’identità di genere, l’intersessualità, l’asessualità e l’eterosessualità. Non è un rapporto o una dichiarazione politica, ma piuttosto – dopo anni di discussioni e divisioni interne alla Comunione anglicana – il documento offre una serie di materiali utili alle chiese ad intraprendere per tutto il 2021 un «viaggio di apprendimento» intorno alle suddette questioni.

A guidare il gruppo di lavoro, composto da oltre 40 persone rappresentanti differenti posizioni, il vescovo di Coventry, Christopher Cocksworth. In ben 480 pagine vengono proposti: film, podcast, storie di vita reale, nonché materiale biblico, teologico, scientifico e storico. Questi strumenti – ha dichiarato Cocksworth – sono «il frutto di uno straordinario processo di collaborazione: gay, eterosessuali, trans hanno lavorato insieme perché volevamo che la Chiesa affrontasse insieme queste tematiche con fede e amore».

Ha continuato: «Ciò ha comportato uno studio e una riflessione intensi, nonché l’ascolto della più ampia gamma possibile di voci ed esperienze. (…) Offriamo questi strumenti nella speranza che l’intera Chiesa d’Inghilterra coglierà questa opportunità per imparare e riflettere insieme attraverso le differenze per amore della nostra unità in Cristo».

La coordinatrice del progetto LLF, Eeva John, ha detto che le divisioni che hanno segnato la Chiesa sul tema della sessualità sono state “profonde e dolorose”, e che gli anglicani dovevano riconoscere i loro “pregiudizi” e “l’ipocrisia”. «Abbiamo bisogno di vedere i nostri disaccordi sotto una nuova luce in modo da poter trovare insieme una via d’uscita come Chiesa».

Nella prefazione al documento, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e l’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, si sono scusati per «gli enormi danni e ferite» che sono stati causati in particolare alle persone LGBTI all’interno della Chiesa. «Al centro del nostro fallimento c’è l’assenza di un amore genuino per coloro che Dio ama in Cristo. La nostra preghiera, attraverso questo lavoro, è che collettivamente dimostriamo reciprocamente lo stesso amore che abbiamo sperimentato da Dio».

Entro novembre 2021 le chiese – attraverso delegati diocesani – faranno pervenire feedback sulle risorse di Vivere nell’amore e nella fede al Next Steps Group, gruppo composto da 12 vescovi, che completeranno il lavoro entro la fine del 2022 con la possibilità di avanzare proposte al Sinodo generale della Chiesa anglicana.

Sarah Mullally, vescova di Londra, ha detto: «Vediamo quanto sia profondamente divisa la Chiesa su queste questioni; dobbiamo cercare la volontà di Dio imparando insieme, ascoltandoci l’un l’altro e ascoltando Dio. Incoraggeremo e sosterremo le chiese a farlo in modi appropriati ai loro contesti locali nel corso del prossimo anno, invitando le persone a riflettere sia in gruppo che individualmente. Questo deve essere un processo significativo con una chiara via da seguire; ma senza amore, grazia, gentilezza e compassione esso non avrà successo».