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Generazioni e rigenerazioni: nuovi approcci al patrimonio culturale

Nella Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, si fa riferimento esplicito alla necessità di “azioni per migliorare l’accesso al patrimonio culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate, al fine di aumentare la consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne possono derivare”.

L’Ufficio Beni Culturali della Tavola Valdese organizza tre incontri a novembre (11, 18, 25) per riflettere su alcuni elementi che ruotano intorno al patrimonio culturale.

Spiega Sara Rivoira, responsabile Ufficio Beni Culturali. «Abbiamo preso come punto di partenza le prospettive che emergono dalla convenzione di Faro, firmata nell’ottobre 2005 e ratificata dalla camera dei deputati in Italia proprio questo settembre 2020. Questi incontri si riallacciano anche ad alcune delle tematiche affrontate durante la settimana di agosto #senzasinodo. Approfondiremo il rapporto che esiste fra patrimonio culturale, generazioni e rigenerazioni, processi di valorizzazione e le cosiddette comunità “patrimoniali di riferimento”, che assumono un ruolo molto importante nella gestione ed individuazione dei beni. Non si tratta solo di una questione di responsabilità rispetto ad un patrimonio ereditato e da trasmettere, ma anche un’azione volta a reinterpretarlo, dargli un senso per l’oggi: il patrimonio non è qualcosa di dato, di statico, ma nel passaggio fra le generazioni deve essere riaccolto. Tutte le eredità non sono date per sempre, chi le riceve può decidere di ripensarle, reinterpretare e farne un motore di sviluppo culturale sociale economico nel presente. In questo senso il termine “rigenerazioni” a partire dai temi del nostro patrimonio culturale».

Si tratta, dunque, di pensare al patrimonio attraverso forme di conoscenza, appropriazione e fruizione. Non solo per modificare l’approccio alla gestione, ma anche per proseguire nel processo di valorizzazione. «Mettere al centro il ruolo delle comunità può porre, a volte, delle difficoltà. I nuovi approcci puntano a creare dei meccanismi perchè effettivamente si possano realizzare queste forme di coinvolgimento. Vorremmo anche guardare diversamente ai “diritti culturali”, che il più delle volte vengono considerati come diritti accessori e invece fanno parte integrante dei fondamentali. In questi mesi le attività legate al mondo culturale stanno subendo dei grossi contraccolpi: questo ci porta a chiederci a che sfera di diritto appartengano».

Gli incontri sono aperti a tutti, dagli operatori a chi, nelle comunità, si occupa di patrimonio culturale per costruire un discorso il più possibile condiviso e porre le base ai nuovi approcci verso il patrimonio culturale.

Gli appuntamenti saranno l’11, il 18 e il 25 novembre dalle 15 alle 17.30, in diretta video sulla pagina Facebook di patrimonioculturalevaldese.