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Sabrina Giannini, il coronavirus e le nostre libertà

Quattro serate dedicate ai grandi temi che stanno segnando la nostra epoca e che determineranno il nostro futuro sono il menùdi «Più o meno», il nuovo programma televisivo di Sabrina Giannini, una tra le più brave giornaliste d’inchiesta in Italia recentemente ospitata a Torre Pellice (To) in occasione di una delle iniziative culturali promosse dalla Tavola valdese, realizzata insieme al nostro giornale, Riforma.

Una serata che sotto la pioggia di fine agosto era stata dedicata proprio all’informazione in tempo di emergenza nell’ambito della Settimana intitolata: Generazioni e rigenerazioni(#senzasinodo).

«Vi aspetto questa sera alle 23,35 su Rai2. Migro, perché è periodo di migrazioni, ma solo per quattro puntate dove sperimenterò il “volo” di una lunga conduzione. Poi, tornerò al mio programma Indovina chi viene a cena su Rai3 con le puntate del 2021 che già da mesi sto preparando. Non perderò l’occasione per parlare dei temi che sono radicati nella mia coscienza e che con molti di voi condivido», ha scritto stamane la giornalista nella sua pagina facebook

«In ogni puntata – ricorda l’Ufficio stampa Rai-, il tema sarà approfondito seguendo una lettura narrativa binaria di Più o meno; ovvero, in maniera dialettica, problematica o polemica. L’obiettivo è affrontare i temi d’attualità con un taglio volutamente “inattuale” e controcorrente, con ospiti in studio, interviste, storie e reportage, in un percorso di racconto-riflessione su temi divisivi, cercando di chiarire le idee e offrire soluzioni». 

Nella puntata di questa sera si parlerà dei «limiti delle libertà individuali nelle emergenze. Fino a che punto possiamo sacrificare la nostra libertà per la sicurezza di tutti? Chi, può decidere le limitazioni di diritti fondamentali e in nome di che cosa? È giusto “blindare” le persone anziane? Il diritto alla salute deve per forza prevalere su ogni altro diritto? Queste, alcune delle domande alle quali Più o meno tenterà di dare possibili risposte», in un periodo in cui l’informazione è anch’essa cambiata.

La nostra salute anche in futuro e le nostre libertà (già oggi) sono davvero a rischio?

«Se si parla di #coronavirus – afferma Sabrina Giannini -, non si può prescindere di ricordare l’origine “ecologica” di questo disastro, causato dall’uomo (e non da un pipistrello, lui sarebbe rimasto nelle foreste che tagliamo per l’olio di palma e per sostituirle con la soia per nutrire gli animali d’allevamento). Oggi contiamo un milione di morti per il #covid19 e la classe dirigente ancora non dice cosa fare per limitare il danno ambientale ed evitare che altre pandemie insorgano (pericolo che gli esperti temono). 

Questa sera svelerò cosa ha scoperto un collega del The New York Times a proposito dell’indagine sullo spillover del virus in Cina. Intervisterò la Dottoressa Michela De Petris, perché quando si parla di libertà di cura, di cancro, si parla appunto di cure. Noi, invece, vorremmo parlare anche di prevenzione».

Sabrina Giannini nel 2005 si era occupata dell’influenza aviaria e che il tempo dimostrò non essere stata, di fatto, una pandemia. Intervistata da Riforma disse: «Approfittando del sentimento della paura, ossia che il virus potesse diventare letale per l’intera popolazione mondiale e mi duole dirlo, anche grazie al sistema dell’informazione poco attento (i giornali di tutto il mondo si limitarono a riportare notizie dettate dai comunicati stampa diramati da una casa farmaceutica nei quali si stimava una mortalità pari a 150 milioni di persone nel mondo) fu fatto un esborso inutile di soldi da parte di tanti governi. La cosa ancor più grave fu quella di aver gridato inutilmente: al lupo al lupo. Per una mera questione economica e speculativa. Oggi questa pandemia, reale, e presa poco sul serio sin dall’inizio, insieme ai ritardi messi in atto dai governi per contrastarla, sta provocando la morte di un numero altissimo di persone. Decessi che si sarebbero potuti evitare». E «in gioco, oggi, ci sono anche le nostre libertà…».