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Nigeria. Fermare le uccisioni dei cristiani

Release International – organizzazione internazionale che monitora e denuncia la persecuzione dei cristiani in tutto il mondo, e aiuta le vittime di persecuzione – avverte che in Nigeria, mentre continuano senza sosta gli attacchi contro i villaggi cristiani, è in atto un genocidio.

Genocide Watch stima che quest’anno sono stati già 5.100 i nigeriani cristiani uccisi in attacchi violenti, mentre la Ong Intersociety stima che ci sia “una media di circa cinque cristiani che muoiono ogni giorno”.

Gli attacchi sono concentrati nella fascia settentrionale e centrale del Paese e ad essere presi di mira sono i pastori e le chiese, è la denuncia di Release International

Il pastore Hassan John, sostenuto da Release International nel suo lavoro di aiuto ai pastori nelle comunità colpite dalla violenza, ritiene che il modello di violenza porti i segni di una jihad non dichiarata.

«Molti descrivono quanto sta accadendo come un genocidio in atto. Le persone muoiono ogni giorno», ha detto. «Quanti altri devono morire prima che la comunità internazionale riconosca questo come genocidio?».

Il pastore Hassan, che è l’oratore chiave alle conferenze online organizzate da Release International sulla situazione in Nigeria che si tengono questa settimana, ha denunciato che i pastori Fulani armati hanno una nuova arma: una sostanza chimica che accelera gli incendi e viene utilizzata durante gli attacchi incendiari contro i villaggi cristiani. «Stanno usando una sostanza chimica nelle bombe a benzina», ha detto. «Siamo nel bel mezzo della stagione delle piogge, ma questa sostanza brucia anche sotto la pioggia, e quando la gettano sugli edifici è capace di bruciare anche il cemento».

Hassan è convinto che gran parte della violenza derivi dall’introduzione negli anni 2000 della legge della Sharia in 12 stati del Nord del Paese. Il pastore è convinto che l’Occidente stia chiudendo un occhio sulla dimensione religiosa della violenza per paura di essere etichettato come islamofobo.

È “semplicistico” pensare che la violenza sia solo una disputa tribale sulle risorse naturali.

«Questi attacchi – prosegue Hassan – distruggono villaggi e uccidono donne e bambini di notte. Se fosse solo una scaramuccia, come si spiega la morte prevalentemente di donne e bambini? Se fosse solo uno scontro tra pastori Fulani e contadini, perché avrebbero attaccato e incendiata una chiesa? Perché avrebbero preso di mira i leader della chiesa e li avrebbero uccisi? Coloro che cercano di liquidare questa come una lotta economica sulle risorse generata dal cambiamento climatico devono darci molte spiegazioni».

Paul Robinson, amministratore delegato di Release International, ha chiesto alla comunità internazionale di agire per fermare la violenza.

«Non passa settimana senza notizie di attacchi contro villaggi cristiani. Visitiamo le vittime nei campi profughi, molte delle quali, compresi i bambini, hanno ferite da machete spaventose», ha detto. «Chiediamo alla comunità internazionale di indagare sulle radici di questa crescente violenza, che assomiglia sempre più a una jihad non dichiarata e a un genocidio in divenire».

 

Photo: Release International/Rev Hassan John