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Il tesoro nei vasi di terra

Un angelo toccò Elia, e gli disse: «Alzati e mangia». Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio
I Re 19, 5.8

Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi 
II Corinzi 4, 7

Da Genesi ad Apocalisse, le Scritture attestano una singolarità: il piano di salvezza di Dio passa attraverso i minimi, i più piccoli, i più deboli, gli emarginati. 

Il salmista aveva individuato una caratteristica di Dio: «Egli non fa conto del vigore del cavallo e non apprezza l’agile corsa dell’uomo» (Salmo 147, 10). Allo stesso modo il profeta Isaia affermava del Servo del Signore, che «non giudicherà secondo le apparenze o per sentito dire» (Isaia 11, 3).

Tutto questo, nel disegno di Dio, esalta il primato della grazia, ecco perché «Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono» (I Corinzi 1, 28).

Dio (il vaso nobile) sceglie di condividere l’avventura con la sua creatura (vaso di terra) incarnandosi in Gesù, ovveronel figlio di povera gente che abitava in una periferia marginale tra povera gente. 

Quel Figlio di povera gente (e i suoi discepoli in seguito) avrebbe annunciato l’avvento del Regno di Dio agli scarti della società.

Tutto questo perché la salvezza degli uomini passa attraverso la storia dei più piccoli: non a caso a noi, piccolo gregge, è stato dato il Regno (cfr. Luca 12, 32).

Ciò non sottendente che la chiesa debba essere una massa di straccioni, ma nemmeno una chiesa cheostenta ricchezze e potenza sempre maggiori.

Come singoli ricordiamo cheil servizio cristiano è un servizio connotato di umiltà, così come affermò Pietro alla Porta bella: «Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!»… Gesù Cristo il Nazareno… il tesoro nei vasi di terra.