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Islam francese, Macron prova a stringere i controlli

I leader religiosi francesi riceveranno un testo il 15 ottobre sulla strategia dell’esecutivo contro il “separatismo”, hanno reso noto all’agenzia stampa Afp François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (Fpf) e Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) dopo un incontro con il presidente della Repubblica Emmanuel Macron mercoledì 30 settembre. Quattro temi compongono il futuro disegno di legge, che sarà presentato al Consiglio dei ministri a fine anno e poi al Parlamento all’inizio di gennaio, secondo François Clavairoly, consultato anche da ministro dell’Interno Gérald Darmanin sull’argomento nel corso della giornata.

Il primo asse consisterà in un «richiamo alla neutralità del servizio pubblico e delle deleghe di servizio pubblico». La seconda si concentrerà sulla «esigenza, per tutte le associazioni che vogliono richiedere sovvenzioni, di rispettare l’uguaglianza di genere e di non essere soggette a derive settarie». Il terzo punto riguarderà le «scuole confessionali senza contratto con regolare con lo Stato». Infine l’ultima parte, secondo Macron, includerà disposizioni che incoraggiano il culto musulmano, oggi costituito principalmente sotto il regime della legge sulle associazioni 1901, ad adottare il regime delle associazioni della celebre legge del 1905 che organizza i rapporti fra chiesa e stato in Francia, meno flessibile nei suoi obblighi contabili, in cambio di vantaggi fiscali.

La futura legge «punterà anche a regolamentare meglio i flussi finanziari esteri», con tracciabilità, ha affermato da parte sua Mohammed Moussaoui. François Clavairoly e Mohammed Moussaoui sono stati ricevuti mercoledì  scorso insieme alla Conferenza dei vescovi di Francia, il rabbino capo di Francia Haim Korsia, il metropolita ortodosso Emmanuel Adamakis e i rappresentanti buddisti. «Condividiamo pienamente gli scopi e gli obiettivi», che sono combattere «contro coloro che strumentalizzano la religione musulmana per fini politici», ha detto Mohammed Moussaoui, «dopo, aspettiamo di vedere che non ci siano danni collaterali alle misure attuate».

«L’intenzione è buona, ma dovremo vedere il testo», ha dichiarato da parte sua Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese. All’inizio di settembre, il Capo dello Stato ha annunciato di voler lottare contro ogni «avventura separatista». Ha poi annunciato un piano contro il «separatismo islamista» che include lo stop agli imam stranieri distaccati e il controllo del finanziamento delle moschee.

Lo Stato non organizzerà l’Islam in Francia, ma continuerà a pesare pesantemente su di esso. Emmanuel Macron lo ha detto molto chiaramente durante il suo discorso a Mureaux venerdì 2 ottobre.

Il Presidente della Repubblica, infatti, ha indicato di aver concordato con i funzionari del Consiglio francese per il culto musulmano (Cfcm) un periodo di sei mesi «al massimo» per svolgere tre missioni. La prima: «Corsi di formazione per imam nel nostro Paese». La seconda: «Assumere una responsabilità religiosa che sarà quella della certificazione degli imam». Infine, il Cfcm dovrà redigere una carta «il cui fallimento comporterà il licenziamento» dell’imam incriminato.

Queste nuove missioni, ha proseguito il capo dello Stato, saranno finanziate attraverso una strutturazione dei viaggi di pellegrinaggio alla Mecca, frutto di un «grande lavoro diplomatico con l’Arabia Saudita».

Più in generale, Emmanuel Macron ha sviluppato durante il suo discorso il desiderio di vedere lo sviluppo di un «Islam illuminista», compatibile con la Repubblica e la laicità, capace di liberarsi dalle influenze straniere. Il lavoro affidato al Cfcm sulla formazione e certificazione degli imam francesi dovrebbe quindi compensare l’eliminazione degli «imam distaccati», circa 300 imam inviati in Francia da Marocco, Algeria e Turchia. Un provvedimento già annunciato a febbraio e confermato dal presidente, che intende «staccare il vincolo dell’Islam consolare».

Allo stesso tempo, il presidente si è anche difeso dall’accusa di voler creare un «islam transalpino».

Ha così chiarito che, «in virtù del principio di separazione», il lavoro di formazione e certificazione degli imam è stato affidato al Cfcm. Ma Emmanuel Macron non ha nascosto le pressioni che intende esercitare sul corpo musulmano. «È una responsabilità immensa quella che affidiamo loro», ha sottolineato il presidente. Prima dell’avviso: «Questa è un’enorme pressione che faremo su di loro, perché non abbiamo il diritto di fallire».

Foto: moschea grande di Parigi