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Chiesa di Scozia, ripensarsi per sopravvivere

Nel prossimo fine settimana si svolgerà l’annuale sinodo della Chiesa di Scozia, quest’anno in modalità on line per le restrizioni legate alla pandemia globale.

L’appuntamento è anticipato dalla relazione degli amministratori economici della Kirk, consegnata ai vari delegati per la discussione.

«Non vanno sottovalutate le sfide che la Chiesa di Scozia deve affrontare» si legge nel testo, che rappresenta una fotografia della situazione e vuole al contempo essere un appello all’azione, perché, si legge ancora «un mancato intervento per le riforme necessarie è una “ricetta per un lento declino”, e una pianificazione realistica del presbiterio deve invece determinare la forma e la salute della Chiesa nei prossimi cinque o dieci anni».

I commissari prenderanno parte ai dibattiti online sullo sfondo del timore che il reddito annuo totale della Chiesa, che è di circa 105 milioni di sterline, possa potenzialmente diminuire di circa 20 milioni di sterline quest’anno a causa del Covid-19.

Da qui i tagli necessari intanto: 4 milioni in meno previsti nel budget dei forum Faith Impact e Faith Nurture.

Gli amministratori chiedono poi l’approvazione per i contributi del ministero e della missione della congregazione da fissare a 38,1 milioni di sterline nel 2021, una riduzione del 18% rispetto all’anno precedente.

Chiedono anche all’Assemblea di avviare ragionamenti concreti «volti a preparare la Chiesa a rivedere il numero di edifici e ministeri in tutto il Paese.

Gli Amministratori dell’Assemblea hanno chiesto «previsioni realistiche» sul numero di ministeri necessari e che possono essere garantiti per strutturare la Chiesa locale per la missione e la crescita.

«Non fare nulla è una ricetta per un lento declino, tuttavia, agire in modo radicale con lungimiranza e concentrazione potrebbe permetterci di sperimentare la crescita che desideriamo e per cui preghiamo”» afferma il rapporto.

Si è resa inoltre necessaria la «difficile decisione» di sospendere per il momento il nuovo Fondo per la crescita della Chiesa alla luce delle incertezze finanziarie.

«Ma ci sono valide ragioni per istituire un sistema che renda disponibili alcuni elementi di finanziamento per la chiesa locale per progetti pilota, e siamo in procinto di metterlo in atto», ha concluso il rapporto.

Necessità di ripensarsi dunque con priorità al contenimento dei costi con il rischio di veder ridursi i budget per i progetti umanitari avviati in questi anni.

Tuttavia, il Faith Impact Forum esorta la Chiesa a continuare il suo sostegno a lungo termine a Christian Aid nell’affrontare lo sviluppo e le esigenze umanitarie di alcune delle persone più povere del mondo.

Un portavoce della Chiesa di Scozia ha dichiarato: «La crisi sanitaria legata al COVID-19 ha colpito i flussi di reddito di tutti gli enti di beneficenza e la Chiesa di Scozia non fa eccezione. Con gli edifici della chiesa chiusi negli ultimi sei mesi e le attività ridotte, vi è una riduzione dei contributi delle nostre congregazioni, delle nostre attività e dei redditi da investimento su cui facciamo affidamento per svolgere il nostro lavoro vitale. Per rispondere alla sfida finanziaria che dobbiamo affrontare, sono state intraprese una serie di azioni di mitigazione per mantenere il più possibile i livelli di reddito dei dipendenti, ridurre i nostri costi e accelerare i nostri piani di riforma strutturale».

L’Ufficiale capo David Kendall si rivolgerà all’Assemblea Generale per discutere i progressi nella costruzione del futuro piano operativo e razionalizzare il lavoro all’interno degli uffici centrali. Nell’ultimo anno il capo ufficiale ha introdotto rigide misure di responsabilità finanziaria e ha supervisionato lo sviluppo di un Piano d’azione per guidare la definizione delle priorità del lavoro svolto dal personale nei forum Faith Nurture e Faith Impact.

 
Foto: St. John’s Kirk, a Perth