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I Presbiteriani ripudiano la Dottrina della Scoperta, che per secoli ha legalmente giustificato il colonialismo

Il quarto venerdì di settembre negli Stati uniti si celebra il Native American Day, la giornata per ricordare e onorare il contributo degli indigeni americani alla creazione del moderno Stato americano. La Chiesa presbiteriana statunitense (PC-USA) organizza alcuni appuntamenti per la ricorrenza.

 Gli eventi sono stati creati per attirare l’attenzione sul coinvolgimento della Chiesa nelle ingiuste pratiche che sono state imposte per secoli ai popoli indigeni d’America, così come sul suo recente impegno a sostenere i nativi americani nei loro sforzi per ottenere l’indipendenza e i diritti umani fondamentali.

Gli appuntamenti inizieranno domani martedì 22 settembre con una tavola rotonda sulla Dottrina della Scoperta e su come essa abbia influenzato le pratiche e la teologia nella Chiesa. Tale dottrina, come spiega la Celi, la Chiesa evangelica luterana in Italia, fu sostenuta da papa Nicola V (1397-1455) in due encicliche che affermavano il diritto dei conquistatori cristiani di sottomettere, schiavizzare e depredare delle loro terre le popolazioni pagane.

Fra i relatori sarà presente anche la pastora Holly Haile Thompson, la prima donna nativa americana a diventare ministro della Parola e Sacramento, nonché anziana della PC-USA.

Anthony Trujillo, un membro del Consiglio di coordinamento dei nativi americani il cui rapporto e le cui raccomandazioni sono state approvate dall’Assemblea generale della Chiesa presbiteriana dello scorso giugno, ha dichiarato: «Nell’ultimo decennio, la PC-USA ha pubblicato un ripudio della Dottrina della Scoperta. Ma la mia domanda è: cosa significa ripudio in termini reali, tangibili? Ad essere sinceri, un ripudio senza un decisivo cambio di paradigma e un impegno a lungo termine per relazionarsi in modo diverso con i nativi è davvero solo qualcosa per far sentire bene le persone della Chiesa, ma questo non ha realmente alcun effetto positivo per i nativi. – continua Trujillo – Le raccomandazioni avanzate dal Consiglio di coordinamento dei nativi americani, che sono state approvate con un sostegno schiacciante, sono un buon segno che la PC-USA è disposta ad accettare l’influenza dei nativi nella vita della chiesa, piuttosto che emarginare le nostre prospettive e le nostre voci».

Il portavoce dell’Assemblea generale della PC-USA, il pastore J. Herbert Nelson, ha pubblicato una chiamata all’azione come richiesto dall’Assemblea «per l’impegno dei consigli intermedi e dei membri della congregazione ad avviare un flusso di idee, diretto a capire come la Dottrina della scoperta è stata presente nella nostra storia e nelle nostre posizioni teologiche e continua ad essere presente oggi».