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Benedire: un’espressione dai molteplici significati

L’editrice Claudiana ha recentemente pubblicato nella collana Spiritualità il volume Benedire ed essere benedetti, curato dalla Commissione culto e liturgia delle chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia.

Un volume che si divide in due sezioni. Una prima parte più teorica, che affronta il tema delle benedizioni a partire da diversi punti di vista e tradizioni e radici bibliche. La seconda parte invece più pratica, con una serie di benedizioni per eventi culturali, familiari e personali.

Ma che cosa significa benedire? Qual è il contenuto preciso di questa azione e che cosa esprime a livello relazionale?

Gregorio Plescan, presidente della commissione, spiega «Il libretto ha una lunga storia, il progetto risale ad alcuni anni fa. Voluto fortemente dalla pastore Caterina Dupré, a cui abbiamo dedicato un pensiero in memoria, che per molti anni è stata l’anima di questo lavoro. Abbiamo cercato di riflettere su cosa voglia dire la benedizione nella Bibbia, nella tradizione ebraica e nelle tradizioni africane. Diverse chiese valdesi e metodiste contano infatti una notevole presenza di membri che provengono da vari stati africani. Abbiamo chiesto ad un pastore francofono e ad un’evangelista anglofona di raccontarci cosa significa la benedizione nella sensibilità e nella cultura del loro continente. Le diverse spiritualità sono in effetti legate a contesti e modi di raffigurare il mondo o di spiegarsi l’esistenza diversi. Come sempre il dialogo interculturale ci fa un dono: vedere e ascoltare come gli altri percepiscono aspetti diversi della spiritualità, in questo caso la benedizione, è un modo per crescere. Magari notando anche che ci sono degli spigoli nell’incontro con l’altro: ma guardare lo spigolo contiene in sé l’invito a smussarlo e a domandarci il perché delle nostre convinzioni. Il libretto si chiude con una riflessione sul valore del gesto e del corpo, il rapporto tra benedizione e gesti liturgici: anche se per tradizione protestante siamo sempre molto sobri, i gesti fanno comunque parte delle nostre abitudini: pensiamo ad esempio all’imposizione delle mani verso i neo consacrati o anche alla fine dei culti».

Nel volume Benedire ed essere Benedetti sono indicati anche dei testi sia per i momenti liturgici comuni nella vita delle chiese, sia per la personale spiritualità. Brevissime riflessioni su come si declina la benedizione rispetto agli amici, ai grandi momenti positivi e negativi, alla lode o all’amarezza. Integra la pubblicazione infine una scelta di canti e inni della tradizione battista, metodista e valdese contenuti in innari attualmente in uso o a disposizione delle chiese.