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400 anni fa salpava la Mayflower

Il 16 settembre 1620, dal porto di Plymouth, in Inghilterra, salpò la Mayflower diretta verso il Nuovo Mondo. Molti di coloro che navigarono sulla nave provenivano da Scrooby un piccolo villaggio nel Nottinghamshire. Questi uomini e donne erano membri di una congregazione separatista che si riuniva a casa di uno dei loro anziani, William Brewster. Sotto il pastorato di John Robinson, sacerdote anglicano sospeso dal servizio dal vescovo di Norwich, questa piccola comunità aveva prosperato nelle proprie convinzioni, ma poi per sfuggire alla persecuzione da parte delle autorità della Chiesa d’Inghilterra emigrò e nel 1608 si stabilì a Leida nei Paesi Bassi. Fu una soluzione temporanea; nel 1620 infatti i membri della comunità nonconformista tornarono in Inghilterra, decidendo poi di emigrare verso il Nuovo Mondo.

Il gruppo di 102 passeggeri, oltre a 30 membri dell’equipaggio, era omogeneo: molti erano membri della Scrooby Independent Church, ai quali si erano unite alcune famiglie e persone che speravano di migliorare la propria situazione economica. Ognuno partiva con grandi speranza, ognuno voleva ottenere un futuro migliore, e il Nuovo Mondo sarebbe stato il luogo dove si sarebbero realizzate molte di quelle promesse.

Dopo un lungo periodo caratterizzato da pianificazioni, diverse false partenze, riparazioni di emergenza, la Mayflower finalmente salpò dal porto di Plymouth il 16 settembre (alcune fonti indicano il 6 settembre). I Padri Pellegrini (così furono poi chiamati i separatisti inglesi considerati i primi coloni del Nord America) a bordo della Mayflower si definirono “santi”, per differenziarsi dagli altri passeggeri, che furono etichettati come “stranieri”.

Il viaggio attraverso l’Atlantico durò 66 giorni; durante la estenuante traversata gran parte dei passeggeri si ammalò, alcuni morirono. La nave approdò nel nuovo continente a Cape Cod quando ormai l’inverno era alle porte e le terre circostanti deserte, selvagge e inospitali. Il primo inverno fu acerrimo: morirono di stenti più di 40 persone; ma l’anno successivo la colonia di Playmouth si era insediata ed era ben organizzata, furono edificate solide case e le terre coltivate si rivelarono generose.

Sono trascorsi 400 anni da quando la Mayflower salpò dalle coste inglesi. Vale la pena, in occasione di questo anniversario, soffermarsi sulla speranza che spinse quelli che erano a bordo a lasciarsi alle spalle le persone e i luoghi che conoscevano. Fu l’anelito ad un futuro migliore che li portò a cambiare completamente le loro vite e a intraprendere un viaggio pericoloso verso l’ignoto e, per alcuni, verso la morte. 

I “santi” a bordo della Mayflower avevano però una speranza differente dal resto dell’equipaggio. Nell’unico documento sopravvissuto dei primi giorni trascorsi nel Nuovo Mondo – Mourt’s Relation, scritto da due dei pellegrini, Edward Winslow e William Bradford – viene ripetutamente annotato che essi furono sostenuti dalla provvidenza o dalla forza liberatrice di Dio e che il loro viaggio era stato intrapreso «per la gloria di Dio e [il] progresso della fede cristiana».

Questi credenti, fuggiti dall’Europa dopo aver sopportato persecuzioni e sofferenze a motivo della loro fede cristiana, sapevano che la loro vera speranza non era in una nuova terra, ma in una Parola vivente, Gesù risorto. 

 

Immagine: Robert Walter Weir, L’imbarco dei pellegrini, 1857, Brooklyn Museum di New York.