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Abramo, padre dei credenti

Abramo partì, come il Signore gli aveva detto
Genesi 12, 4

Quanti hanno fede sono figli d’Abraamo
Galati 3, 7

Da Genesi alla Lettera ai Galati è tracciato il lungo percorso di Abramo: da Abram, padre sommo ed eccelso, a Abraamo, padre di moltitudini, padre di popoli e riferimento forte nella storia della salvezza. Il viaggio di Abramo è l’immagine di una chiamata alla fede che trova una risposta pronta e generosa, anche se segnata da contraddizioni e altre criticità. La risposta di Abramo è caratterizzata dall’avventura di un lungo viaggio in cui egli vive esperienze anche laceranti: la partenza da Ur e l’arrivo a Canaan, il soggiorno in Egitto, la vicenda di Sodoma, Agar e Ismaele fino al drammatico evento della richiesta del sacrificio del figlio Isacco. La sua vita è l’immagine dell’avventura umana nella fede; egli parte con la moglie Sara e il nipote Lot, beni, servi e greggi per ubbidire alla chiamata di un Dio sconosciuto che imparerà a conoscere nel corso del suo lungo errare. Suo nipote Giacobbe sarà l’arameo errante di cui riferisce l’antica confessione di fede di Deuteronomio 26, 5 «Mio padre era un arameo errante…». 

L’immagine del padre dei credenti è un nomade, una persona che ha lasciato le certezze di un territorio conosciuto per andare alla ricerca di un luogo in cui fermarsi e mettere radice. Egli non ha alcuna sicurezza, si fida delle promesse del Signore, ha fede. Impara con fatica ad assumersi le responsabilità delle proprie decisioni. Possiamo affermare con l’apostolo Paolo di essere nella fede in Gesù Cristo tutti figli di Abramo. Partiamo da ciò che conosciamo, la condizione presente, e ci mettiamo in cammino seguendo un nuovo orientamento. La fede è legata alla conversione, al cambiamento di direzione, a un nomadismo spirituale che non ci dà sicurezze, ma in cui camminiamo col Signore.

Ricordiamo il canto 338 dell’Innario Cristiano: «Han camminato lungo tempo verso la libertà… cammina insieme a te».

Immagine: Abramo, di Filippino Lippi, Cappella Strozzi (1487-1502), Firenze.