118151014_3400362283360884_4278282470310793204_o

Ferretti. L’eremita visionario dall’afflato spirituale

«Il Pontefice disegna ponti in terra. Il cielo, frontiera dell’economia. La scienza a convogliare il traffico. Scusiamo il disagio, lavorano per noi. Scusiamo il disagio, lavorano per noi. Spettri che camminano, auto-certificati. Finestre e balconi di balletti e canzoni. Andrà tutto bene. Avremo il vaccino. Saremo post tutto, anti. Pronti per il niente. Pronti per il niente Pronti per il niente», questa è una parte del testo scritto da Giovanni Lindo Ferretti (cantante e scrittore, figura di spicco del punk rockitaliano, che oggi vive sui monti dell’Appennino tosco-emiliano a Cerreto Alpi, nel borgo in cui è nato), parole contenute nella canzone, L’Imbrunire, il nuovo singolo. 

Leader dei gruppi musicali Cccp-Fedeli alla linea del Consorzio suonatori indipendenti (Csi) e del gruppo Per grazia ricevuta(Pgr) con i suoi 67 anni di esperienze di vita accolta intensamente e generosamente, oggi anno domini 2020, Lindo Ferretti, non perde l’occasione per entrare nel vivo del nostro tempo, per analizzarlo, per denunciarne le discrasie. Un tempo nuovo, fatto di pandemia, di caos, un tempo che si nutre delle sue stesse incoerenti ambiguità: «L’Europa è un reliquiario d’intenzioni – canta Ferretti –. Mercato, gran serraglio, smart Bisanzio. Caos democratico, alta definizione. Giallo, rosso, verde, azzurro, bianco, nero. In mutazione. Sogno ponti levatoi e mura a protezione. Piccole patrie sempre sul chi vive. Risate cristalline in gelide mattine».

Da sempre visionario, e con uno spiccato afflato spirituale, Ferretti sin da bambino recepì come elementi di fede l’insegnamento cattolico, praticato dalla famiglia; crescendo, però, entrò anche in contatto con il fermento post-conciliare che influenzò in modo progressivo le sue visioni; dopo i tumulti del 1968 divenne poi un attento osservatore di «quell’appiattimento edonistico» che caratterizzò gli anni successivi, sino all’epoca segnata dalla «crisi profonda delle grandi strutture socioeconomiche», che fornirono una nuova opportunità all’artista: «il suo ritorno al sacro». 

Un ritorno, che portò Ferretti a incontrare nel 2004 la comunità protestante della Val Pellice e a incidere, proprio nel Tempio valdese di Torre Pellice, «Capitale dei valdesi» l’album Litania: un cd dal vivo registrato in presa diretta e consegnato ai suoi fan accorsi da tutta Italia per l’inconsueto evento.

«16 ottobre del 2004. Il Tempio Valdese di Torre Pellice ha ospitato un pubblico piuttosto insolito – scrisse Simone Maurino per raccontare l’evento su Rockit.it -: giovani e meno giovani dall’aspetto un po’ punk un po’ rock con giacche di pelle nera, anfibi e un aspetto da “alternativi”, sono accorsi per lo spettacolo di Giovanni Lindo Ferretti e Ambrogio Sparagna, supportati dal gruppo Vox Clara». 

Già, stupore, perché non uno spettacolo, un concerto, i giovani pop- punk-rock andarono ad ascoltare, ma come disse allora Ferretti, chi accorrerà assisterà «a una “rappresentazione sacra”» arricchita da «canti popolari, da testi tratti dal Vangelo apocrifo di Nicodemo, preghiere». 

Tra un brano e l’altro, infatti, «Ferretti leggeva testi sui popoli oppressi: valdesi, ebrei, raccontava di roghi, di forni crematori; della tragedia vissuta dalle popolazioni occitane e ancora di crociate e dell’insensatezza della guerra», scrive Maurino.

Un concerto dove le voci di Ferretti e Sparagna e gli strumenti e i cori del gruppo Vox Clara si fusero tra loro con un risultato che trascese ogni normale valutazione di un concerto, proseguiva il giornalista, «ed è qui che spunta l’elemento del sacro; quel qualcosa che va oltre la pura tecnica musicale e che non sembra appartenere neppure ai musicisti stessi», dove l’adesione del pubblico contribuì ad amplificarne la magia. 

Ferretti tempo dopo affermò, «La mia ben misera predisposizione al canto ha trovato in Ambrogio Sparagna un suo limite. Ci siamo frequentati, con reciproca soddisfazione per alcune stagioni. La sua orchestra di organetti avrebbe meritato doti canore che non posseggo. Una lingua del Sud morbida e avvolgente che non conosco e non oso pronunciare, tantomeno interpretare. Un’attitudine “guascona” al fare festa in piazza, che non mi appartiene […] Ma il palco di Ambrogio m’ha riservato una sorpresa: ha fatto di me un cantore, ha rigenerato la mia tradizione, quella di gente di montagna, che fa buio avanti sera; gente da basto, da bastone, da galera. […] Una bella lezione di storia e di teologia. Si può pregare a lode per ciò che è a noi concesso, nei giorni del nostro tempo».

La collezione di preghiere, antiche e nuove, contenute nel disco Litania oggi è disponibile per l’ascolto sul web e alcune copie fisiche e disponibili del cd si possono acquistare online

22 le tracce: Magnificat; Ave Maria; Madre; Sonno sonno; Venite alla Capanna; Regina del cielo; Aras Màtei;

Miserere; Madre Maria, il lamento; Letture del vangelo apocrifo di Nicodemo; L’orologio della passione; Gloria; Intimisto; Occitania; Padre Nostro; Santo; Lorica; Paxo de Jerusalem; Ave Maria; Ed io Giuseppe; Te Deum; Davide Re.