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Liliana Segre

Racconta spesso Edith Bruck, scrittrice, poetessa e testimone di Auschwitz, che quando un militare delle Ss le chiese il suo nome nell’inferno nel quale fu portata a forza tra le mani del dottor morte (Josef Mengele), quella semplice domanda (come ti chiami?) che oggi sembra essere scontata e banale, fu una richiesta emozionante, impensabile nel campo di sterminio. Quel gesto di umanità, fu un appiglio alla speranza e un segnale di ritrovata umanità. 

Nomi e i cognomi furono banditi dai nazisti per spersonalizzare, disumanizzare, annientare. Cognomi che rimandavano a tradizioni, genealogie, storie familiari, che furono sostituiti da numeri seriali stampati a caldo sulle braccia di bambine, donne e uomini: 174517 – 75190.

Sì, perché i nomi e i cognomi hanno un potere, quello di definire, raccontare, distinguere. 

Taluni, poi, sono talmente evocativi e forti, che bastano da soli. Non hanno bisogno di essere accompagnati da titoli, da spiegazioni. Come quello di Liliana Segre

Ieri abbiamo pianto il nome di un grande maestro del dialogo, Amos Luzzatto.

Oggi, e senza nostalgie, celebriamo un evento lieto, il compleanno di Liliana Segre, alla quale la redazione di Riforma desidera inviare i suoi più cari e affettuosi auguri, ringraziandola per il prezioso lavoro che da tempo porta avanti nel contrasto a ogni forma di razzismo, di populismo e per la sua dedizione volta alla promozione della memoria e della testimonianza e indirizzata agli studenti di tutta Italia.

Ad alzarsi in piedi lo scorso 29 gennaio fu l’intero Parlamento Europeo, durante la plenaria per il 75esimo anniversario della liberazione del lager di Auschwitz-Birkenau. Segre, nel suo lungo e appassionato discorso, certamente uno tra i più toccanti ricordi della tragedia della Shoah, ha ricordato l’assoluta disumanità dei campi e delle «marce della morte», organizzate dai nazisti nel 1945, alle quali sopravvisse da ragazza (marcia alla quale sopravvisse anche Edith Bruck, ndr) a differenza di tanti altri. «La nostra unica colpa – disse ai parlamentari europei – era quella di essere nati. Il mio dovere, oggi, è quello di testimoniare finché vivrò», aggiunse.

«L’odio è la più feroce delle sconfitte, è una perdita secca. È un anti-sentimento paragonabile a un parassita infestante. Quando attacca i gangli vitali di un sistema, sia esso il corpo umano o la società, crea shock. La cura non sempre è disponibile in natura…», rispondeva Liliana Segre intervistata da Sabina Baral lo scorso 17 febbraio, data che ricorda l’elargizione dei diritti civili ai valdesi nel 1848, pochi giorni prima che gli ebrei ottenessero le stesse libertà. 

«Il nostro più caro augurio a Liliana Segre per i suoi novant’anni – ha dichiarato oggi il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), il pastore Luca Maria Negro -. La sua testimonianza, la sua forza, la sua lotta e il suo impegno contro ogni forma di razzismo, ingiustizia, violenza, sopraffazione e discriminazione, sono un esempio per tutti noi. A Liliana Segre – ha concluso Negro – va tutta la nostra riconoscenza».

Non poteva mancare l’augurio del presidente del parlamento Europeo (che quel 29 genneio 2020 era al fianco della della senatrice) David Sassoli che oggi ha scritto sul suo profilo twitter: «A ognuno tocca in sorte il proprio tempo. Quello di #LilianaSegre, sin da bambina, fu un tempo livido di razzismo, orrori, guerra, morte. Lei è riuscita a riscattarlo e vincerlo, divenendo simbolo di Giustizia e Pace. 90 anni, e valori formidabili. Auguri, cara Senatrice: grazie».

E stamane, il primo a fare glia auguri a Segre, è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una telefonata ha formulato alla senatrice gli auguri più affettuosi per il 90° compleanno, ringraziandola per la preziosa testimonianza contro l’odio e la violenza in difesa dei diritti di tutti e nel rifiuto di ogni discriminazione.

Ruth Dureghello (presidente della Comunità ebraica di Roma) ha augurato Mazal tov a Liliana Segre per i suoi 90 anni: «Una donna di esempio per tutti noi, per la sua forza, il suo coraggio e i valori positivi che la guidano. Il nostro Paese, che l’ha delusa da bambina, ha la fortuna di averla come senatrice».

Tra i giornalisti: Gad Lerner che sintetico ed efficace, ha scritto «Buon compleanno cara Liliana. Hai saputo trasformare il male in bene».

 

 

 

Foto Quirinale: Milano 25/11/2019. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Sen. Liliana Segre in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2019-2020 dell’Università Bocconi.