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I giovani cristiani più connessi ma più soli

Per molti Millennials e per la Generazione Z la tecnologia è uno stile di vita che però non risponde al vuoto emotivo che queste giovani generazioni stanno vivendo, e la maggior parte dei pastori non è in grado di insegnare loro ad usare con saggezza la tecnologia e i social media. È quanto emerge da un recente studio condotto dal Barna Group, compagnia di ricerca in Ventura (California), fondata nel 1984, che monitora con attenzione il ruolo che la fede gioca negli Stati Uniti. 

Lo studio realizzato a maggio scorso mostra che la maggioranza dei pastori (85%) si sente “molto” o “un po’” preoccupata per la quantità di tempo – aumentata ancor più durante la pandemia – che i loro membri di chiesa più giovani trascorrono ogni giorno davanti ad un monitor. Ma una percentuale simile (86%) ha affermato di non avere un piano specifico da mettere in atto per insegnare ai giovani ad usare la tecnologia con saggezza.

I risultati hanno indotto il gruppo Barna ad avvertire che la ricerca spirituale «rischia di essere soffocata» da altre motivazioni che spingono i giovani ad accedere agli strumenti digitali.

Il consiglio dei ricercatori alle chiese è di attivarsi se non si vuole rischiare di uscire completamente fuori dal raggio di interesse delle giovani generazioni.

«In questo momento l’innovazione nella pastorale giovanile richiede una connessione creativa con i “nativi digitali” sul proprio terreno», si legge nello studio.

I giovani sono senz’altro più esperti dal punto di vista tecnologico e socialmente connessi rispetto a qualsiasi altra generazione prima di loro, ma la ricerca del gruppo Barna evidenzia che sono più soli che mai.

Secondo i dati raccolti, un quinto (19%) dei Millennials ha riferito di sentirsi solo «tutto il tempo» e un quarto per almeno una parte della giornata. Solo un terzo (35%) ha affermato di non aver sperimentato la solitudine dall’inizio della pandemia, percentuale molto inferiore alla metà della Generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980) e più della metà (59%) dei Boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) che hanno detto di non essersi sentiti soli.

Allo stesso tempo, un terzo dei Millennials ha riferito di aver bisogno di sostegno emotivo, molto più del quarto della Generazione X, e poco più di uno su 10 (13%) dei Boomer che ha detto la stessa cosa.

L’analisi del gruppo Barna sostiene che, nonostante il bisogno emotivo, i giovani non cercano risposte dalla Chiesa, con oltre la metà (59%) dei giovani di età compresa tra i 18 ei 25 anni che afferma che «la chiesa non è rilevante per me personalmente» , e quasi la metà (48%) concorda con l’affermazione «Trovo Dio altrove». Più di un quarto (28%) inoltre ha dichiarato «posso imparare da solo quello che devo sapere».

«Il futuro del ministero per i giovani adulti, adolescenti e bambini – e, quando necessario, per i genitori che li crescono – continua ad evolversi», sostiene la ricerca. «Ora più che mai è importante che i leader si confrontino con i giovani delle loro chiese per capire cosa stanno vivendo in questo momento e come meglio possono accompagnare e sostenere la formazione dei futuri leader della Chiesa».