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Le chiese latinoamericane contro la violenza di genere

In Perù, oltre 900 donne sono scomparse durante la quarantena imposta per contrastare il Covid-19. Il 70% di queste, era minorenne. Si ritiene purtroppo che una parte di queste ragazze siano morte. 

Prima della pandemia le autorità peruviane segnalavano che, «in media», si potevano «contare cinque sparizioni al giorno»; lo stesso ufficio afferma che la cifra «è aumentata a otto» durante il lockdown.

Le chiese di molti paesi latinoamericani hanno messo in campo molte iniziative d’intervento per prevenire l’aumento costante di violenze contro le donne. 

Lo scorso aprile, gli ambasciatori della Campagna del Giovedì in Nero del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) avevano firmato e proposto alle chiese membro una dichiarazione congiunta per sollecitare una maggiore consapevolezza sulla terribile tragedia, invitando le stesse chiese a mettere in atto tutte le azioni possibili per contrastare quella che è stata allora definita una «doppia pandemia»: da Covid-19 e da violenza di genere.

«Mentre i paesi nel mondo cercano di contrastare il virus attraverso misure sanitarie e restrizioni a movimenti e attività, stiamo purtroppo registrando un sensibile aumento di violenze sulle donne. Lo dicono i centri di ascolto e d’intervento. Molte donne chiamano per segnalare violenze domestiche e per chiedere aiuto», si leggeva nella dichiarazione. «Gli effetti del blocco, la perdita di posti di lavoro e l’assoluta vulnerabilità delle persone già messe ai margini della società sono divenute una priorità per il Cec».

Da allora, le chiese latinoamericane membro del Cec stanno aiutando le donne colpite da violenze in tanti modi, anche creativi.

Una casa senza violenza

Ad aprile, la Chiesa evangelica della confessione luterana in Brasile ha lanciato la Campagna «Per una casa senza violenza» per aiutare le chiese sparse sul territorio a promuovere attività rivolte alle donne, luoghi dove poter vivere un’esistenza più dignitosa e aiuto psicologico per superare i traumi dovuti alle violenze domestiche e familiari.

«La pubblicazione di volantini informativi, fatti girare sui social network, e spot radiofonici hanno creato nuove reti solidali e di supporto locale offrendo formazione e supporto alle donne in difficoltà», ha affermato Carmen Michel Siegle, della Chiesa luterana in Brasile, «Ci insegna il Vangelo – ha proseguito – la violenza di genere è un peccato, la nostra missione è quella di accogliere, sostenere e non lasciare sole le donne che ne hanno bisogno».

Collegamenti di cura

La distanza sociale (personale) ha generato un pericolo ancor maggiore per le donne, soprattutto per coloro che sono state costrette a restare chiuse nelle proprie case insieme a persone violente.

L’Osservatorio delle donne colombiane ha evidenziato che vi è stato un aumento di telefonate (con un più 4.000) alla «linea 155» specifica per la denuncia di violenze domestiche – un aumento del 228% nel periodo dal 25 marzo al 28 maggio.

«In diversi paesi dell’America Latina sono state prese molte misure preventive e iniziative d’emergenza. Anche attraverso decreti legislativi, sono stati allestiti punti di ascolto pubblici come nei supermercati, ad esempio, dove per molte donne era più facile avvicinarsi», ha detto Gloria Ulloa, della Chiesa presbiteriana della Colombia e referente del Cec per l’America Latina e i Caraibi.

Guardiane in ascolto

La Chiesa evangelica del Rio de la Plata in Argentina, Uruguay e Paraguay, ha creato lo scorso 3 giugno un sistema di ascolto pastorale e di «guardia», grazie a un team formato da 15 volontarie per rispondere alle chiamate e fornire ascolto e sostegno alle donne che decidono di condividere le loro difficili realtà. Il gruppo è composto da pastore, professioniste e studentesse con esperienza. 

La Chiesa evangelica del Río de la Plata, la Chiesa evangelica luterana unita, la Fundación Hora de Obrar e l’ECoJ, hanno invece creato un team di coordinamento giovanile dedicato, che opera prevalentemente utilizzando il web. 

I contatti, infatti, possono essere effettuati tramite qualsiasi dispositivo dotato di connessione internet in modo gratuito e riservato e grazie a un link contattabile anche attraverso Whatsapp.

Il link è stato lanciato con la Campagna #ProtestantesActivandoDerechos, nata per informare e sensibilizzare sui diritti delle donne, delle ragazze e delle adolescenti, proprio durante l’isolamento. 

«Grazie alla nostra fede protestante cerchiamo di far comprendere quale ruolo essenziale abbia avuto il rinnovamento, la liberazione. Come donne di fede rivendichiamo la giustizia di genere dentro e fuori le mura domestiche e dentro e fuori le nostre chiese», si legge nello statuto del gruppo fondatore.

Accompagnamento di migranti

La Commissione argentina per i rifugiati e i migranti (Caref), creata nel 1973 dalle chiese protestanti in Argentina su mandato del Cec per rispondere al continuo afflusso di rifugiati politici cileni dopo il colpo di stato militare, lavora da molti anni su temi legati al genere e alla migrazione e sostiene le donne migranti e rifugiate che hanno subito violenze.

«Discriminazione, violenze istituzionali e pregiudizio sono riscontrabili spesso e purtroppo anche in funzionari pubblici, un altro ostacolo per chi opera per contrastare la violenza di genere. Atteggiamenti che si sono molto esacerbati in occasione della pandemia. Difficoltà riscontrate anche nell’accesso alle strutture sanitarie o della protezione civile e talvolta anche nelle reti volontarie di supporto», ha affermato Gabriela Liguori, direttore esecutivo di Caref.