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Ventimiglia è sempre più la frontiera delle frontiere

Gli ultimi 30 migranti ospiti del centro di accoglienza Campo Roja di Bevera, frazione di Ventimiglia, sono stati trasferiti. La struttura, aperta dal 2016, da ieri ha chiuso i battenti. Che fine faranno dunque le persone, i migranti, che arriveranno nella cittadina ligure? Per strada, molto probabilmente.

Di qui l’ulteriore preoccupazione – rispetto a una situazione già notoriamente difficile – delle realtà impegnate per la tutela dei migranti, tra le quali la Diaconia valdese, presente sul territorio e che ha attivato dall’anno scorso uno sportello socio-legale, in collaborazione con la Caritas.

Perchè nel frattempo le persone continuano ad arrivare, anche donne e bambini, per cercare di passare il confine. Sono costrette a sostare in questo “limbo” che è Ventimiglia, dormendo sotto i ponti, accampandosi dove riescono, come ha denunciato anche il referente locale della Diaconia, Simone Alterisio, oggi, intervistato dal quotidiano La stampa. 

«La fine del lockdown – dichiara Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Diaconia Valdese CSD -, la ripresa degli sbarchi, lo smantellamento dei presidi preesistenti riaprono drammaticamente il tema della tutela dell’umanità delle persone in transito alla frontiera del ponente ligure: donne e bambini anche molto piccoli, accanto a singoli e nuclei delle più svariate provenienze si ammassano alla frontiera, tentano di passare, i respingimenti separano le famiglie, le mense sono state chiuse per Covid, il campo della Croce Rossa è chiuso da mesi ai nuovi ingressi. La Diaconia Valdese assieme a pochissimi altri enti ha resistito ed è presente per testimoniare alle persone coinvolte una concreta vicinanza e all’opinione pubblica l’allarme per l’evolvere della situazione. Ventimiglia è sempre più la frontiera delle frontiere».