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Argentina, tra Covid, debito estero, crisi economica e spionaggio

La pandemia segna profondamente la dichiarazione che la Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (Faie) ha diramato nei giorni scorsi: «il continente latinoamericano – ha detto Nestor Miguez, presidente della Faie all’Agenzia Nev – è diventato l’epicentro dell’emergenza sanitaria e c’è la possibilità che stiamo entrando in una fase ancora più critica. Per questo motivo il contesto politico e sociale in cui stiamo vivendo deve essere guardato attraverso la lente del Covid-19».

«Come sempre, i più colpiti sono i settori più poveri che rischiano di più a causa della loro cattiva alimentazione, che non hanno accesso alle risorse di base come l’acqua, o vivono in promiscuità, senza alcuna reale possibilità di isolamento. L’incuria e l’ingiustizia che colpisce le nostre popolazioni indigene significa una loro maggiore esposizione e vulnerabilità in questa crisi» si legge nel testo.

Miguez ha contestualizzato la dichiarazione intrecciando il tema sanitario a quello politico ed economico: «molte imprese stanno approfittando della situazione e sono parecchi gli imprenditori che non vogliono chiudere mettendo a rischio la salute dei propri operai. Ci sono casi, soprattutto nel nord del paese, dove stanno scoppiando focolari per mancanza di implementazione di misure di sicurezza».

Nella dichiarazione si fa riferimento anche alla questione del debito estero che l’Argentina sta negoziando proprio in questi giorni: «Purtroppo, l’onnipresente debito estero e l’avidità dei centri finanziari non fanno che aumentare il problema».

Il presidente della Faie si è detto costernato per la rete di spionaggio ai danni di esponenti del governo, costruita dei servizi di intelligence, che è venuta alla luce nelle ultime settimane nel paese: «tra le persone che erano sottoposte a sorveglianza c’è anche il vescovo Jorge Lugones, molto vicino a papa Francesco. Siamo in attesa d conoscere più dettagli per capire se anche altri religiosi fossero vittima di questa persecuzione».

«È tempo di guarire la nostra nazione, non solo nella cura reciproca e nella solidarietà ma anche modificando questo sistema che genera tanta disuguaglianza. I modi in cui ci relazioniamo socialmente, economicamente e politicamente, la nostra educazione e il modo in cui distribuiamo i beni necessari per la salute e la vita devono essere pensati e attuati sulla base del riconoscimento della dignità di tutti gli esseri umani e della cura di tutto il creato. Solo così possiamo costruire una nuova umanità per una nuova normalità», conclude la dichiarazione.

Leggi QUI la dichiarazione completa.

 

 Foto di Fernando Tavora – Unsplash