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Pomaretto sempre vincente: prima i fiori ora i vigneti

Ben diciannove le bandiere verdi assegnate per il 2020 dalla Carovana delle Alpi di Legambiente e una proprio nelle valli valdesi, a Pomaretto, all’imbocco della val Germanasca. Le bandiere verdi sono assegnate a chi si impegna nelle pratiche innovative e nelle esperienze di qualità ambientale e culturale dei territori montani.

Ma se Pomaretto ride, la Regione Piemonte piange. Infatti, accanto agli esempi virtuosi ci sono anche quelli da non seguire, le bandiere nere, quelle assegnate per le lacerazioni del tessuto alpino. Su dodici ben due sono andate all’ente pubblico: una all’Assessorato Agricoltura per aver tenacemente sostenuto e approvato numerose modifiche peggiorative alla legge regionale sulla caccia, favorendo una esigua minoranza di cacciatori a scapito dei cittadini e dell’ambiente e l’altra all’Assessorato ai Trasporti e in particolare all’Assessore ai Trasporti non ha intenzione di riattivare il servizio ferroviario sulla linea Pinerolo-Torre Pellice, nonostante il suo ripristino sia economicamente sostenibile e la Regione abbia già impegnato le somme necessarie al riavvio del servizio.

Ma torniamo agli aspetti positivi riscontrati dalla Carovana della Alpi 2020 che ha assegnato 19 bandiere verdi: in Piemonte oltre a Pomaretto anche la Scuola Elementare di Valle Monterosso Grana (CN), l’Associazione MiCò e Banda Valle Grana, l’Associazione Movimento Lento di Roppolo e l’Ecomuseo del Cusio e del Mottarone in rappresentanza della Comunità del Cusio. 

La bandiera è stata assegnata per gli interventi di recupero delle colture del Ramie, il tipico vigneto di Pomaretto da cui si produce un vino ormai rinomato. Definita una viticoltura eroica per via della conformazione del territorio (ripide colline a ridosso del comune) dove si coltivano le vigne la motivazione è stata la seguente: «Per il recupero eroico dei vigneti di Ramiè e dei terrazzamenti per la coltivazione delle viti attraverso un piano finanziato da fondi dell’Autorità d’Ambito Torinese – ATO3, derivanti da una quota delle bollette dell’acqua potabile». Grande soddisfazione nell’amministrazione guidata dal 2009 da Danilo Breusa che ha investito in molti ambiti; da quello turistico a quello produttivo. 

Nelle motivazioni di Legambiente si legge ancora che «non è solo al buon vino che si punta. Difendere l’integrità fisica, culturale e storica del territorio è un’altra responsabilità sentita dai vignaioli del Ramiè e dal Comune. È nato così il progetto di risanare i terrazzamenti, “tirar su” le vigne per custodire il paesaggio, sottraendo i terreni all’abbandono, preservandoli da smottamenti e valorizzandoli, cercando costantemente un equilibrio con la natura circostante. E così il Comune di Pomaretto ha deciso di istituire un bando a favore dei proprietari/conduttori degli appezzamenti siti sul versante indritto del territorio adibiti a vigneto in coltura o in abbandono con i fondi del “Piani di Manutenzione Ordinaria del Territorio (PMO)”, bando finanziato dall’Autorità d’Ambito Torinese – ATO3, con i contributi derivanti da una quota delle bollette dell’acqua potabile. Il bando consiste nella erogazione di un importo a premio per coloro che svolgono un intervento di demolizione e rifacimento dei muretti a secco che contengono i terrazzamenti in terreni agricoli del territorio comunale purché tutti gli interventi avvengano all’interno della zona dei vigneti del Ramiè. Il Comune di Pomaretto ha inoltre messo a disposizione un tecnico che, oltre a controllare la regolarità dei lavori, offre, a chi ne fa richiesta indicazioni tecniche sulla realizzazione dei muretti. Grazie al bando, suddiviso in due lotti, sono stati sistemati complessivamente circa 600 mq di muretti ripartiti tra 17 richiedenti, con l’erogazione di premi per un totale di 48.000 euro. Le realizzazioni hanno riguardato muretti in parte crollati e in parte pericolanti, tutti in vigneti attualmente coltivati. Il lavoro non è del tutto terminato, e il Comune sta continuando con il recupero di aree adibite a vigneto attraverso l’eliminazione della vegetazione infestante, il rifacimento dei muretti a secco, il reimpianto di varietà autoctone. Si tratta di un esempio positivo di buon uso di fondi pubblici per il sostegno di quei Servizi Ecosistemici che sono il risultato di una proficua cooperazione uomo/natura».