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L’annuncio dissonante della giustizia

Ascoltatemi, o gente dal cuore ostinato, che siete lontani dalla giustizia! Io faccio avvicinare la mia giustizia; essa non è lontana
Isaia 46, 12-13

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all’empietà
Tito 2, 11-12

«La giustizia si avvicina», detto a persone che ne sono lontane, è una buona o una cattiva notizia? Quella che si avvicina è la condanna annunciata a chi agisce ingiustamente o la liberazione annunciata a chi subisce l’ingiustizia? Senza dubbio, dove c’è chi commette ingiustizie, ci sono anche coloro che ne sono più o meno direttamente vittime. Talvolta, ma non sempre, le stesse persone sono vittime della propria stessa ingiustizia, il che non le rende meno responsabili o addirittura colpevoli. Le parole del profeta si riferiscono chiaramente ad una situazione di questo tipo, alla «gente» d’Israele che è – almeno collettivamente – responsabile e vittima della propria ingiustizia. Come suona, quindi, questo annuncio? Giudizio o salvezza? Condanna o liberazione? Non suona, almeno non così. È dissonante rispetto a queste opposizioni, a queste semplificazioni che si ottengono soltanto spaccando a metà la realtà con l’accetta. Non si accontenta dell’assoluzione a buon mercato (che spesso è auto-assoluzione), né la condanna che identifica i problemi con le persone, eliminate le quali «nessun problema!». 

L’annuncio della giustizia di Dio abbraccia e comprende tutta la realtà, nelle sue contraddizioni e nelle sue tensioni, senza negarle e senza edulcorarle; abbraccia il necessario giudizio e la grazia smisurata. Annuncia la liberazione a chi è oppresso dall’ingiustizia e allo stesso tempo domanda se non sei tu stesso autore di quella o di altra ingiustizia, magari proprio contro altre persone che già subiscono la tua stessa sorte, come avviene per l’èlite del regno di Giuda, che in una situazione di colpa collettiva si macchia anche del sopruso sui più deboli. Quello della giustizia di Dio è anche l’annuncio della grazia per i colpevoli: come essa interrompe la sofferenza delle vittime, così non lascia che la sofferenza dei colpevoli sia senza fine, ma promette un futuro all’umanità intera.