people-4200284_960_720

Decreto sicurezza contrario alla Costituzione

La Corte Costituzionale, con il comunicato stampa di ieri 9 luglio, ha informato che l’articolo 13 del decreto sicurezza (DL 113/2018) è stato dichiarato incostituzionale per violazione dell’articolo 3 della Costituzione, cioè, è bene ricordarlo «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

La questione era stata sollevata dal Tribunale di Milano in un giudizio ove un cittadino siriano, difeso dal prof. Valerio Onida  e dall’avv. Alberto Guariso,  aveva contestato il diniego di iscrizione anagrafica opposto dal Comune di Milano facendo riferimento proprio alla norma del decreto sicurezza.

Nel giudizio erano poi intervenuti Asgi, l’Associzione per gli studi giuridici sull’immigrazione e Avvocati Per Niente, con gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, a sostegno delle ragioni del cittadino siriano e della incostituzionalità della norma.

Il Comune di Milano si è poi costituito davanti alla Corte Costituzionale sostenendo anch’esso l’irragionevolezza della norma che finiva per danneggiare anche i Comuni.

Analoga eccezione era stata sollevata anche dal Tribunale di Ancona ed è stata esaminata dalla Corte unitamente a quella di Milano.

Asgi – che davanti a molti tribunali d’Italia si è impegnata contro questa disposizione – esprime piena soddisfazione per questa ennesima conferma che le norme ispirate a logiche ideologiche e di esclusione sono non solo ingiuste e inutili, ma anche incompatibili con la nostra costituzione; e si augura che il legislatore sappia, per il futuro,  tenere nella doverosa costituzione,  l’esito di questa vicenda che tanti ostacoli ha creato alla condizione dei migranti e alla vita civile.

Nel marzo 2019 era stato un giudice toscano, fra i primi in Italia, a giudicare incostituzionali le norme del cosiddetto Decreto Salvini, e a consentire l’iscrizione all’anagrafe ad una persona migrante ospite della Diaconia valdese a Scandicci. Da allora i casi si sono moltiplicati in tutta Italia e ora la sentenza della Corte Costituzionale offre il più alto suggello alla non conformità di tali norme.