martin-luther-796247_960_720

Riforma e pensiero europeo: un approccio non scontato

Si è molto insistito su elementi comuni tra la teologia di Lutero e il pensiero cristiano medievale, mentre (almeno a mia conoscenza) non si è usciti dai soliti luoghi comuni per quanto riguarda il rapporto tra pensiero europeo (secoli xvii-xix) e Riforma. Questi 18 contributi di studiosi nord-europei sono dunque per molti aspetti una primizia che merita di essere segnalata. Il volume* consta delle seguenti quattro parti: I. Ri-forma [Re-formation] della filosofia nel cristianesimo e nell’Islam II. Filosofia sulla scia della Riforma III. Riforma, fenomenologia e metafisica IV. Critica, protesta e Riforma. 

Parte I: Il problema dell’unicità della verità (rappresentato in forma religiosa dal divino in sé) e del rapporto del pensiero umano con questo elemento originario (che si nasconde rimanendo occulto) forma l’oggetto della prima parte, dove in fondo non sussiste tutta quella diversità tra pensiero islamico e pensiero cristiano come ci si aspetterebbe di trovare. La diversità si trova piuttosto nell’uso politico e nell’affermazione di potere, che esistono certo nella storia, ma poco hanno a che fare con la teoria filosofico-religiosa delle rispettive aree geografico-culturali. L’idea di Riforma insomma è connessa con la distinzione di principio tra una verità che si autogarantisce e l’essere umano che, nel parteciparvi, la ripensa. 

La parte II continua in base a letture specifiche di testi tipici dell’Europa moderna. Vi troviamo Hegel e Schelling e poi, Kierkegaard, Nietzsche, Rosenzweig tra altri. Se la Riforma aveva subito le conseguenze della contrapposizione illuministica tra “fuori” e “dentro” della chiesa ufficiale, si vede invece che questi filosofi molto critici, almeno in certi loro argomenti, lungi dall’aver abbandonato la Riforma, l’hanno piuttosto compresa e insieme valorizzata. Ovviamente non si può generalizzare. 

La parte III richiama il Novecento. E qui non dico che la lettura si fa più interessante (perché sarebbe falso), ma che, essendo l’oggetto più vicino a noi, stuzzica di più. La parte è tematicamente centrata sull’idea di persona. La giustificazione, il sola fide, come definizione dell’atto personale, o della persona stessa, nella controversia del secolo xx. Questa parte ci può legare alla prima, nel senso che il tema del Dio libero e garante della persona e il tema corrispondente della persona che vive efficacemente, si trovano qui collegati. 

La parte IV infine è dedicata al sottile tema della contraddizione: riforma, contraddizione. Quanto è critica la Riforma? Quanto c’è in essa di rovesciamento, e che valore vi si potrebbe annettere? Anche questo un argomento dalle molte luci e ombre, ma inevitabile. Essenziale il contributo sulla scuola come luogo in cui le antitesi (o diversità) culturali si possono sfruttare in funzione della pluralità e reciprocità dell’accoglienza, senza perdere autenticità: cosa molto importante per l’oggi. Ciò può significare – tra altre cose – che, mentre le scienze si fermano alla documentazione critica, la teologia può presentare uno stadio più avanzato, senza che si rinneghino i principi della conoscenza stessa. Ne segnaliamo il fatto ai pedagogisti delle scuole pubbliche e anche alle nostre Scuole domenicali. Queste quattro parti si integrano in maniera molto interessante. 

Bene: buona lettura. Il volume è interamente in inglese.

The Reformation of Philosophy, The Philosophical Legacy of the Reformation Reconsidered, Mohr Siebeck, Tübingen, Germany, 2020. VIII, 279 pp. [Religion in Philosophy and Theology RPT Herausgegeben von Ingolf U. Dalferth in Verbindung mit Jean-Luc Marion, Thomas Rentsch, Heiko Schulz und Eleonore Stump, vol. 102]. ISBN 978-3-16-156870-1 / eISBN 978-3-16-159218-8. – DOI 10.1628/978-3-16-159218-8.