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Superare l’omolesbotransfobia

Inserito nel calendario delle discussioni in Camera dei Deputati, il testo unificato del disegno di legge di contrasto all’omolesbobitransfobia ha già iniziato a far discutere.

La proposta di legge presentata nel luglio 2018 dal deputato Alessandro Zan del Pd e approvato ad inizio giugno in commissione Giustizia intende estendere alle manifestazioni d’odio fondate sull’omofobia e sulla transfobia i reati già previsti nel codice penale.

L’istigazione a delinquere e gli atti di violenza che si possono riportare a discriminazione razziale, etnica o religiosa sono già puniti dal codice penale. Con questa proposta di legge si estenderebbe il campo anche alla discriminazione per orientamento sessuale e all’identità di genere. Una proposta che ha già fatto discutere ancor prima di essere approvata e che si pone in una dimensione quanto mai attuale: secondo alcuni recenti report, infatti, 3 giovani su 10 continuano a considerare l’omosessualità una malattia.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è stato organizzato un evento questa sera, lunedì 22 giugno, alle ore 21, dal titolo Superare l’omolesbobitransfobia. Che cosa prevederà la legge?

Organizzano varie associazioni e gruppi, tra cui la Refo, Rete Evangelica Fede e Omosessualità, la Commissione FeO Fede e Omosessualitá delle chiese battiste, metodiste e valdesi, Ali d’aquila, Cammini di Speranza, diverse comunità di base.

Si tratta di un incontro informativo in videoconferenza su piattaforma Zoom con Stefano Chinotti, direttore del Centro Studi Europeo sull’Orientamento Sessuale e l’Identità di Genere Stefano Rodotá e presidente del Comitato Pari Opportunità del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo.

Giorgio Rainelli, Presidente Nazionale della Refo e membro della Commissione Fede e Omosessualità delle chiese battiste, valdesi, metodiste, sottolinea la necessità di una corretta informazione sul tema. «L’omofobia miete vittime anche fisiche, non solo a livello verbale. Attualmente è molto difficile che una persona omosessuale o transessuale agisca per vie legali. Se le persone che subiscono violenza non sono tutelate da una legge hanno paura di denunciare e tutto viene messo a tacere, a meno di casi eclatanti. Con la legge non si può punire l’opinione del singolo, ciò che si chiede è di punire chi incita all’odio o alla violenza, ma non ci si dovrebbe limitare a dare delle sanzioni. Ciò che chiedono i vari movimenti Lgbt è di cercare di rimuovere realmente le condizioni sociali e culturali che possono portare ad atti di violenza, una specie di formazione culturale, didattica, dei percorsi per arrivare ad un ampliamento della coscienza sociale e dell’accoglienza e inclusività nella società e nel mondo del lavoro».

Durante l’evento di lunedì 22 giugno si cercherà di capire se, nell’ambito di questa proposta di legge, siano presenti dei percorsi formativi anche per le forze dell’ordine o nelle pubbliche amministrazioni, l’attivazione di centri antiviolenza o di programmi contro il bullismo omotransfobico, dei percorsi di educazione all’affettivitá.

Per partecipare all’incontro è necessaria l’iscrizione: maggiori informazioni sulle pagine Facebook di RefoAli d’aquila e Cammini di speranza.