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Da che parte stare

Sono ancora vivide le immagini del commissariato di Minneapolis circondato dalle urla di “I can’t breathe” dei manifestanti stremati e stanchi. Una risposta all’odio permeato che sul territorio americano ha portato a una risposta violenta ma necessaria.
Anche se lontani da noi, gli Stati Uniti, ci hanno posto davanti alla questione razziale con un avvenimento privo di filtri e l’obbligo di riflettere su un’attualità distante ma comunque presente.

Starr abita in un quartiere americano dominato dalle gang che segnano il futuro e le appartenenze ai bambini non ancora nati. La sua fortuna più grande è quella di aver avuto l’opportunità di uscire dal “ghetto” frequentando una scuola prestigiosa. Così, in due mondi separati, due realtà gestisce la sua quotidianità convivendo magistralmente col tutto saltando da un lato all’altro della barricata metaforica ma non solo. Una vita complessa ma possibile, fino a quando, al ritorno da una festa, uno dei suoi migliori amici viene freddato da un poliziotto.

The hate u give, pubblicato per Rizzoli in Italia nel 2018, è un testo pensato per gli adolescenti, ma mai come in questi giorni si rivela necessario per potersi approcciare con una realtà concreta e dolorosa. La morte di Khalil – l’amico che Starr conosce sin dall’infanzia, la testimonianza della brutalità perpetrata della polizia e il pregiudizio con cui gli afroamericani devono convivere, sono i temi affrontati da Angie Thomas (Mississipi, 1988). La semplicità del linguaggio e la capacità di cogliere a fondo i sentimenti di una ragazza adolescente (simile per tanti versi ai ragazzi adolescenti di tutto il mondo con le loro sfide, le loro preoccupazioni e i sogni) si apre dinanzi a una realtà impregnata di razzismo e sofferenza. Ed è forse il modo migliore per riuscire a comprendere come e con cosa significhi avere a che fare con la discriminazione sistemica di “uno dei Paesi più democratici del mondo.”

Thomas è stata la prima studentessa nera a laurearsi in scrittura creativa presso la Belhaven University, un college cristiano prevalentemente bianco. In “The hate u give” ha voluto anche raccontare le difficoltà del dover crescere e formare la propria identità all’interno di un mondo che può amarti o disprezzarti in base al colore della pelle, in base alla provenienza e al mondo che si ha imparato a chiamare casa. La grandiosa possibilità di come l’esperienza personale come quella dell’autrice sia riuscita a tramutarsi in narrazione, immaginario doveroso e onesto nei confronti di chi alcune battaglie e sofferenze le porta avanti per tutta la vita, senza poter scegliere se e da che parte stare.

The hate u give, Angie Thomas, Rizzoli, 14 euro, 410 p.