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Caso Montanelli. Lettera al sindaco Sala di due nonni (e pastori battisti)

Massimo Aprile e Anna Maffei, pastori battisti di Milano, indirizzano al sindaco Giuseppe Sala una lettera sul caso della controversa statua di Indro Montanelli.

In questi giorni, il dibattito sulla rimozione dei simboli o delle statue di personaggi che hanno fatto la loro epoca si è fatto sentire molto forte sui giornali e sui social. Detrattori e sostenitori di ciò che quelle statue rappresentano o hanno rappresentato, si interrogano (e a volte si insultano) sull’opportunità o meno che tali simboli restino come monito per il futuro.

La discussione sulla rimozione delle statue, a volte anche violenta, si è riaccesa in parte sull’onda delle proteste nate all’indomani dell’uccisione di George Floyd, ma il tema è sempre attuale. Ne è un esempio il caso Montanelli: giornalista osannato da certuni, ma anche figura torbida e ambigua per il matrimonio forzato con una bambina di 12 anni in epoca coloniale. Già in passato, di fronte alla statua in questione, a Milano, sui cartelli di protesta si poteva leggere: «Montanelli colonialista fascista e stupratore» e «Giardini Destà, dodicenne fatta schiava da I. Montanelli in Etiopia nel 1936».

Il pastore Aprile e la pastora Maffei rimarcano che «chiunque viola i diritti dell’infanzia, ovunque, commette il più ignobile dei reati». E invitano Sala a sostituire la statua di Montanelli con una più idonea al luogo. Magari, spostandola altrove: «Avrà salvato la memoria della fondamentale libertà di stampa, ricordando soprattutto ai giornalisti di esercitarla appieno perché questo loro diritto è anche loro dovere nei confronti dei lettori, e avrà dato l’occasione di insegnare in positivo qualcosa ai nostri bambini e bambine. Evitando così l’imbarazzo di dover rispondere alla domanda: “Nonno/a perché la statua di questo anziano signore è sempre imbrattata di vernice?”».

Riportiamo la lettera integrale.

«Buongiorno sindaco Sala, siamo due nonni, impediti dalla lontananza e dal lavoro di portare i loro nipotini e nipotine al parco, ma con un grande desiderio di poterlo fare presto.

La ringraziamo per le parole, espresse con la pacatezza che tutti le riconosciamo, a proposito della querelle sulla statua di Montanelli, nei giardini pubblici di Milano. Lei, giustamente, ricorda che Montanelli aveva le sue contraddizioni di uomo, ma che è stato anche un grande giornalista che si è speso per la libertà di stampa e che per questo fu anche vittima di un attentato terroristico. Le scrivo per dirle la nostra insoddisfazione alle sue parole, in questa circostanza, e le facciamo la nostra proposta.

Prenda la statua di Montanelli e la sposti in prossimità del luogo in cui ricevette l’attentato. Se necessario per ragioni di spazio, potrebbe bastare anche una targa. Ci scriva sopra che è per i suoi meriti giornalistici per i quali fu anche gambizzato.

Poi dedichi i giardini pubblici alle bambine dodicenni, di ogni tempo e luogo, che hanno il diritto di giocare e divertirsi all’aria aperta. Ci metta una statua, magari un girotondo di bambine. I nonni e le nonne che vi si recheranno, avranno spunto di insegnare e ricordare, in particolare alle loro nipotine, che sono delle principesse, che meritano rispetto e cura. E che chiunque viola i diritti dell’infanzia, ovunque, commette il più ignobile dei reati.

Avrà salvato la memoria della fondamentale libertà di stampa, ricordando soprattutto ai giornalisti di esercitarla appieno perché questo loro diritto è anche loro dovere nei confronti dei lettori, e avrà dato l’occasione di insegnare in positivo qualcosa ai nostri bambini e bambine. Evitando così l’imbarazzo di dover rispondere alla domanda: “Nonno/a perché la statua di questo anziano signore è sempre imbrattata di vernice?”».

Cordialmente Massimo Aprile e Anna Maffei (Pastori Battisti)