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Nuove tensioni tra le due Coree

Un’esplosione è stata avvertita poco fa a Kaesong, dove sorgono il complesso industriale inter-coreano e l’ufficio di collegamento tra le due Coree a nord del confine. 

Lo riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap per la quale «ad essere stato colpito è l’ufficio di collegamento inter-coreano e che la sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un aveva lasciato intendere di volere abbattere già la scorsa settimana». 

Un’azione bellica, dunque, che arriva dopo giorni di forti tensioni e di accuse tra i governi della Penisola e purtroppo dopo una lunga fase distensiva avviata nel 2018 e caratterizzata dal dialogo e seri tentativi di negoziato.

L’ufficio denominato ministero per l’Unificazione era stato aperto proprio per favorire la trattativa tra Pyongyang e Seul. 

Nel maggio 2019 il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e l’Istituto coreano per l’unificazione nazionale si erano riuniti con l’intento di migliorare la situazione dei diritti umani e per rafforzare gli sforzi e l’impegno ecumenico e diaconale nella Corea del Nord.

Un incontro che si era tenuto a Bossey, presso il Centro ecumenico di Ginevra. 

Il Cec aveva infatti intenzione di rafforzare il suo sostegno dentro e fuori le chiese «per far crescere l’impegno ecumenico verso la pace, la riconciliazione e la riunificazione nella penisola coreana» chiedendo che «le sanzioni economiche venissero immediatamente revocate per risolvere con urgenza le difficili situazioni umanitarie».

Allora la Repubblica popolare democratica di Corea sembrava voler promuovere con impegno la difesa dei diritti umani e di voler «attuare gli accordi inter-coreani per agevolare l’arrivo di aiuti umanitari per il sostentamento delle persone».

Oggi quegli sforzi intrapresi allora tra le due Coree per giungere «a una pace possibile» sembrano già un ricordo lontano.