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Gli 80 anni di Francesco Guccini e la sua «Auschwitz»

Ieri, 14 giugno, il cantautore Francesco Guccini ha compiuto ottant’anni; a lui vanno i più affettuosi auguri di tutta la redazione di Riforma – Eco delle valli valdesi.

Un artista, un cantautore, un «cantapoeta», un maestro Guccini, che ha saputo raccontare le vicende e i costumi del nostro Paese e le storie di ognuno di noi.

Fu proprio lui a dedicare (nel 1964, poi uscita qualche anno più tardi) una delle canzoni più belle struggenti alla più triste tragedia del nostro tempo: quella dei campi di sterminio e della Shoah, con la sua «canzone del bambino nel vento» – Auschwitz. 

Campo di sterminio che per ironia della sorte, proprio ieri di ottant’anni fa, il 14 giugno del 1940 apriva il suo cancello ricevendo le prime deportazioni di prigionieri polacchi e che il presidente polacco Andrzej Duda ha commemorato con la posa di una corona di fiori davanti al Muro della Morte, in onore di tutte le vittime del campo di sterminio e della Shoah.

La canzone: 

Son morto con altri cento, son morto che ero bambino,

Passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento

Nel freddo giorno d’inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:

è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello

Eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento.

Ma ancora tuona il cannone e ancora non è contento

Di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare

A vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà.

Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare

A vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà

E il vento si poserà.

Buon compleanno Francesco, grati per la tua poesia e la tua musica!!!