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Il Covid blocca la scissione della Chiesa metodista Unita

Nel febbraio del 2019 la Chiesa metodista unita, Umc, nata nel 1968 dall’unione fra Chiesa metodista episcopale degli Stati Uniti ed Evangelical United Brethren Church, aveva votato per una storica e dolorosa scissione in due parti, a seguito del voto divisivo sull’accettazione o meno delle pastore e dei pastori Lgbtq al proprio interno. Con uno scarto minimo ha vinto il no, ed è stata contestualmente stabilita una scissione in due parti della Chiesa.

La Conferenza generale che era prevista per maggio 2020 avrebbe dovuto sancire ufficialmente tale divisione, ma la crisi legata alla pandemia da Covid-19 ha costretto al rinvio di almeno un anno dell’appuntamento e ha così cristallizzato le posizioni dei ministri di culto gay e lesbiche, costretti a vivere ancora in una sorta di limbo prima di poter vedere ufficialmente riconosciuto il proprio ruolo.

Rebecca Bernstein dice di voler frequentare un seminario della Chiesa metodista unita.

Ma i suoi sogni di diventare una ministra di culto metodista sono in sospeso per ora.

Ciò è in parte dovuto al Covid-19, che ha interrotto i piani in molte scuole di specializzazione in tutto il paese. Ma anche per la sua sessualità.

Bernstein, una giovane aspirante pastora della Chiesa metodista unita della San Ramon Valley ad Alamo, in California, si identifica come bisessuale, il che le impedirebbe l’ordinazione secondo le attuali regole della denominazione. Tali regole descrivono «la pratica dell’omosessualità» come «incompatibile con l’insegnamento cristiano» e impediscono che «gli omosessuali praticanti auto-dichiarati» vengano ordinati.

Per i membri queer Umc, rinviare il voto significa un altro anno di ansia e incertezza. Per le pastore e i pastori Umc queer, molti dei quali non sono stati ordinati ufficialmente, ciò significa un ritardo maggiore.

Bernstein, che aveva programmato di partecipare alla Conferenza generale, racconta come avrebbe preferito che la denominazione revocasse il divieto al clero Lgbtq e al matrimonio omosessuale piuttosto che giungere a proporre una scissione. Con l’annullamento della Conferenza generale, non è chiaro cosa accadrà dopo.

«La cosa peggiore che potrebbe accadere è che non accada nulla», ha detto Bernstein.

Molti membri della Umc sono fiduciosi che la chiesa alla fine si dividerà, aprendo le porte alla piena inclusione. Tuttavia, la questione coronavirus significa più attesa per il clero nella speranza di essere ufficialmente riconosciuto.

Tra questi c’è Denyse Barnes, coordinatrice della difesa Lgbtq per la Conferenza annuale California-Pacifico della Umc e pastora queer non ordinata della chiesa di Hollywood, che definisce «probabilmente la chiesa più progressista» della sua conferenza.

Ha l’educazione richiesta per essere ordinata, ma non può essere pienamente riconosciuta come pastora.

Barnes comprende la necessità di annullare la Conferenza generale di quest’anno. Ma, ha detto, ciò significa che il Covid-19 è diventato l’ennesimo ostacolo all’inclusione.

«Sono stato raccomandata per l’ordinazione e avrei dovuto essere ordinata quest’anno, ma non so se questo accadrà o meno ora a causa del coronavirus», ha detto.

Nonostante il rinvio del voto, nessuno fra i pstori o membri queer Umc intervistati ritiene che i voti cambieranno a causa del Covid-19 o che i tradizionalisti possano cambiare idea sull’ordinazione.

John Lomperis, direttore dell’azione metodista unita per l’Institute on Religion and Democracy, ha affermato che, nonostante il ritardo, una divisione tra metodisti tradizionalisti e progressisti è inevitabile.

«Ogni leader tradizionalista con cui ho parlato ha capito che abbiamo già uno scisma di fatto», ha detto. «Stiamo professando sistemi di credenze fondamentalmente diversi».

I progressisti e i tradizionalisti della Umc discuteranno probabilmente dei modi per rendere ufficiale questo scisma alla prossima riunione della Conferenza generale, che è prevista provvisoriamente per agosto o settembre 2021.

«La sensazione che ottengo dai tradizionalisti è che anche loro vogliono andarsene», ha detto Barnes.«Ma non credo che siano frustrati come lo siamo noi perché hanno meno in gioco di quanto abbiamo noi».

L’annullamento della conferenza mette i metodisti uniti in una posizione difficile, ha affermato Lomperis.

«Ritardare il voto mette tutti noi in una posizione incerta sul futuro», ha affermato. «Non voglio che le nostre chiese mettano in pausa il ministero».

Henry Gibson, un giovane pastore di Birmingham, in Alabama, che si identifica come pansessuale, ha detto che la United Methodist Church sta affrontando un  «sovraccarico di conflitti».

La denominazione ha avuto a che fare con decenni di dibattito sullo status del clero e dei membri Lgbtq e con il declino del numero dei membri negli Stati Uniti. Ora la pandemia ha chiuso le chiese e cancellato i grandi eventi, interrompendo la vita comunitaria. L’attesa è grande, le ansie sulle incertezze anche.