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Ci si rivede a settembre

Il mondo del lavoro: dallo smartworking ai nuovi impieghi
«Lavorare non sarà più la stessa cosa», «Cambierà tutto», «Ci saranno delle conseguenze tremende». Queste sono alcune delle frasi che si sono sentite tra i dibattiti alla televisione, nelle mura di casa e per le strade parzialmente vuote e desolate.
Lo sconvolgimento più grande tra le cause dell’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo è stato scoprire che era possibile una forma di lavoro alternativa da quella standard. Lo smartworking, rivelazione sviluppata per la necessità di continuare gli impieghi senza potersi recare fisicamente in ufficio, ha migliorato la sua efficienza grazie al grandissimo supporto della tecnologia. Per molti un nuovo mondo che garantisce all’azienda la continuità del lavoro e allo stesso tempo, i lavoratori possono portare avanti i propri compiti conciliando al meglio tra la vita privata e quella professionale. Non tutti però hanno la possibilità di rivolgersi a questo aspetto innovativo e utile. Mondi come l’edilizia, la ristorazione, l’assistenza sanitaria e tanti, troppi altri si sono trovati a prolungare le regole del lockdown con disposizioni igieniche complesse ma necessarie.

La generazione Covid
Il nucleo principale che gestisce la quotidianità famigliare è entrato in crisi alla fine di marzo, e da allora vuoti istituzionali non sono riusciti a colmare le preoccupazioni di milioni di studenti italiani. Il 17 giugno 2020 sarà la data prevista per l’inizio ufficiale dei “maxi colloqui”, la nuova versione dell’Esame di maturità individuata dal MIUR. Un colloquio, crediti del triennio e la possibilità di sostenere l’esame in presenza della commissione completamente interna ad eccezione del Presidente. Il tutto ovviamente con le precauzioni igieniche del caso.
Sono più di un milione gli studenti che tra terza media e quinta superiore dovranno affrontare una nuova e tutt’ora poco certa versione degli esami di fine ciclo didattico. Regole nuove, paure vecchie. A cui si aggiungerà per loro e per tutti gli altri studenti, l’incertezza del futuro. Didattica a distanza, presenze alternate, lezioni di soli 40 minuti. Tantissime le proposte e le idee che arrivano dal Ministero e tantissimi e conseguenti i dibattiti e le lamentele.
Che cosa troveranno i ragazzi italiani a settembre? Come sarà la nuova scuola? Come si ritroveranno loro, ormai ribattezzati “generazione Covid”?

L’arte, una bellezza che si fa nostalgica
«Andiamo al cinema?», «Usciamo per un aperitivo?», «Ho preso i biglietti per il concerto!». Frasi, rituali e domande scomparse lentamente da conversazioni e abitudini. L’estate tanto attesa, il tempo per sentirsi liberi e spensierati quest’anno è giunto col presagio tetro ma obbligatorio delle privazioni, dei limiti per via dell’emergenza sanitaria.
Un nuovo modo di divertirsi, nuove regole per non pensare, per concepire le vacanze e per intrattenersi. Un numero sempre più considerevole di festival e di eventi – il primo maggio di piazza san Giovanni a Roma è stato tra i primi – ha spostato l’attrattiva dai palchi veri a quelli meno “sentiti”, ma comunque efficaci, del web. Il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento hanno il grandioso compito di farci svagare e divertire, provare emozioni e esperienze profonde, nuove. Un cratere enorme che segnerà l’estate del 2020 come niente prima d’ora. Eppure è interessante scoprire come i creatori di contenuti artistici e culturali, e chi collabora con loro, hanno scelto di proporre alternative, sfruttare la digitalizzazione dell’arte e permettere a fruitori, followers e fan di mantenere un contatto, un ricordo quasi nostalgico con le abitudini e gli appuntamenti saltati, rinnovati. 
Nell’attesa di una rinascita che ci si augura colma di spunti, di ispirazioni e bellezza.