memorial5_final-1024x576

100mila lacrime americane

Gran parte della popolazione americana si è fermata lo scorso 24 maggio mentre i nomi delle migliaia di persone morte per Covid-19 scorrevano sugli schermi dei pc accesi nelle case americane: un «istante» per piangere le vittime di questa pandemia. 

L’iniziativa promossa dal Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti (NccUsa) A Time to Mourn si è svolta con un culto commemorativo ecumenico online.

«I leader delle chiese provenienti da tutto il paese e di diverse tradizioni cristiane hanno partecipato al culto rigorosamente online per essere vicini tra loro ma salvaguardando la salute collettiva – ha ricordato la pastora battista Leslie Copeland-Tune, della Congregational Life for Clifton Park Baptist Church del Maryland –. Sappiamo – ha proseguito – che in ogni cosa Gesù ci aiuta a sollevare i nostri fardelli e che dunque non siamo soli», ringraziando le persone collegate alla rete per la preziosa opportunità d’incontrarsi.

«Essere fortemente limitati nelle capacità di potersi radunare – ha ricordato il presidente del Consiglio e segretario del NccUsa, Jim Winkler – rende il nostro dolore ancor più acuto». E questo, perché «i funerali tradizionali non possono essere svolti normalmente – ha proseguito Winkler – pertanto, oggi, la comunità ecumenica con questo culto commemorativo online ha voluto rendere omaggio alle oltre 300mila persone che nel mondo hanno perso la vita a causa del Covid-19. Non sappiamo quando questa piaga scomparirà dalla nostra vita ma ora siamo chiamati a essere disciplinati per tenerla a bada».

Il pastore della chiesa episcopale Michael Curry ha ricordato che «affrontare la morte non è facile per nessuno e che la sofferenza di questi tempi è ancor più dolorosa dovuta alla costrizione di dover rimanere fisicamente distanti gli uni dagli altri. In tempi come questi – ha concluso – siamo chiamati alla resistenza, alla resilienza, a rimanere in piedi. A non lasciarci abbattere dal dolore e dalla solitudine, non siamo soli», ha detto Curry.

Vicken Aykazian, membro del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) della Chiesa apostolica armena ha chiesto alle persone collegate alla rete di mettersi in contatto con il mondo con amore e misericordia. «In tutto il mondo genitori tengono tra le braccia i loro figli. Molti di questi figli oggi sono stati costretti a seppellire tra le lacrime i loro genitori, i loro fratelli e le sorelle. Una famiglia, unica e mondiale, sta oggi condividendo questo dolore, logorante, travolgente. Francamente – ha concluso Aykazian – non trovo le parole giuste per dare un senso a tutto ciò o per dare conforto in un momento così difficile e angosciante. Ci sentiamo tutti indifesi, questo è il momento però nel quale dobbiamo affidarci a Dio, guardare al nostro Signore con amore e chiedere il Suo intervento».

La metodista Teresa Jefferson- Snorton (membro del comitato centrale del Cec) ha voluto pregare per i cui cuori spezzati: «Preghiamo in particolare per coloro che oggi sono in lutto; per coloro che vivono nell’incertezza affinché le loro pene possano finire presto e trovare finalmente la pace».