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Pinerolo parte dagli ultimi

Gli ultimi saranno i primi: questo il principio all’orizzonte dell’iniziativa in collaborazione tra Comune di Pinerolo e asili notturni Umberto I e Michele Buniva di Pinerolo che ieri, mercoledì 20 maggio, ha offerto gratuitamente 50 test sierologici per le fasce di popolazione più deboli. «L’iniziativa – spiega l’assessora alle politiche sociali, sanitarie e del lavoro, Lara Pezzano – si inserisce nel contesto di una collaborazione già in essere con gli asili notturni. Dopo un confronto con il CISS abbiamo individuato nei dormitori e nelle realtà di social housing le situazioni più a rischio nelle quali spendere questa risorsa». Questo numero di test ha consentito di coprire praticamente l’intera utenza delle strutture pinerolesi, coinvolgendo gli ospiti di Casa Betania, del Centro di Accoglienza Notturna, del social-housing di Casa Annalisa e buona parte di quelli del Binario 1 gestito dalla cooperativa Valdocco.

In un contesto come quello attuale, dove è fondamentale un controllo sul territorio della situazione epidemiologica, l’iniziativa può rappresentare uno strumento utilissimo nella lotta al virus. «L’idea – continua Pezzano – è di mappare le zone a rischio nelle quali, al pari delle RSA, il virus rischia di diffondersi con maggior velocità e con effetti devastanti, soprattutto in un momento in cui è possibile tornare a uscire e le occasioni di contagio aumentano». L’iniziativa rappresenta un esempio positivo di collaborazione tra welfare privato e pubblico in uno scenario che vede aumentare i bisogni a fronte di risorse sempre più esigue. «Gli Asili Notturni testimoniano ancora una volta attenzione alle fasce più fragili della nostra comunità: per questo non posso che essere grata per il loro lavoro e per quel che hanno fatto e stanno continuando a fare sul nostro territorio».

Continua nel frattempo il sistema di aiuti alimentari per chi si trova in difficoltà che rivela l’emergere di nuove povertà. «Il nostro obiettivo è di non limitarci all’aiuto concreto e materiale – spiega Pezzano – ma di coinvolgere i soggetti che si rivolgono a noi in un percorso di reinserimento attraverso la presa in carico dei servizi sociali. La situazione di questi mesi ha praticamente raddoppiato la platea di chi fatica a mettere insieme pranzo e cena ed è nostro dovere occuparci di loro, nella speranza che per molti sia solo una breve fase di passaggio».