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In preghiera insieme con il Padre Nostro

«La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme». 
Con questa citazione di Ezio Bosso, recentemente scomparso, la Commissione Musica della CED I Distretto ha pubblicato il video della corale virtuale per il canto dell’inno 271, il Padre Nostro.

Una scommessa vinta. La proposta di creare una corale virtuale che cantasse il Padre Nostro, lanciata qualche settimana fa, è stata raccolta e si è concretizzata con le voci di 36 persone.
Grande soddisfazione non solo dei creatori di questa idea, ma anche dei partecipanti che, come racconta Marco Poet, membro della Commissione, sono arrivati da tutta Italia: «Abbiamo ricevuto contributi non solo dalle Valli Valdesi, ma da tutta Italia: Mantova, Pisa, Roma, Belluno, Riesi… Una vera comunità allargata! In rete si trovano tanti esempi di cori virtuali, ma per noi era un primo tentativo e siamo contenti che si sia  realizzata a tutti gli effetti una corale comunitaria. Ci è spiaciuto non aver potuto accettare le richieste arrivate dopo la data di scadenza, che era stata fissata al 10 maggio per poter creare il video in tempo per la giornata in cui si sarebbe dovuta svolgere la Festa della Musica, cioè domenica 17 maggio. Vedremo se sarà possibile riproporre un’iniziativa simile in futuro, dando spazio anche a più persone».

Il video è pubblicato sulla pagina Youtube della Commissione Musica della CED I° Distretto.

Un canto senza frontiere
36 voci diverse (soprani, contralti, tenori, bassi) hanno composto la corale virtuale. 
Lasciamo quindi spazio anche ad una presentazione corale: ecco alcune testimonianze, commenti, emozioni e pensieri dei partecipanti.

Lorella: «Ho deciso di partecipare a questo progetto perchè amo tantissimo cantare, mi ha fatto pensare a tanti anni fa quando cantavo nel coretto di Torre Pellice».

Giulia «Cantare questo Padre Nostro mi ha veramente unita in preghiera a tutti, agli avi, ai miei nonni: un’esperienza molto bella».

Marco «Amo cantare nei cori e in questo periodo di isolamento ho sofferto particolarmente la mancanza di questa attività. Anche se ho dovuto cantare da solo, avrò il piacere di sentire la mia voce unita a quella degli altri».

Mirella: «Speravo di partecipare alla Giornata delle corali, domenica 17 maggio, quindi questo progetto mi è sembrato una buona opportunità per supplire a questo momento mancato».

Mario: «Faccio  mia una frase che ho sentito: non voglio che ritorni tutto come prima, voglio che torni meglio di prima. Voglio che questo dolore che ci portiamo addosso in questi giorni, alla fine ci renda meno indifferenti a tutto».

Maddalena: «Ho sempre cantato, me l’ha insegnato mia mamma, che era un entusiasta nel trasmettere la fede con la sua bella voce. Volevo unirmi in preghiera con i miei fratelli».

Daniela: «Ho voluto mettermi alla prova. Visto che il 17 maggio dovevamo avere la nostra Festa di canto a Chivasso, questo è stato un modo simpatico per ricordarla».

Roberto: «Ho sempre pensato all’enorme potenzialità della musica e del canto per tutti noi, il canto corale in particolar modo unisce le persone, di diversa età e generazioni. E ci unisce, idealmente, ai nostri antenati. Bisogna sentire la voce dei nostri compagni per cantare bene… ma la tecnologia ha annullato, in questo caso, la nostra distanza».

Paola: «Mi pareva una bella sfida far parte di una corale virtuale e poi, si sa, cantare in gruppo offre benefici sia psicologici che relazionali…».

«Che gioia partecipare a questo canto comunitario! Mi interessava provare a cantare un inno a 4 voci, esperienza che non ho mai fatto nella piccola comunità a cui appartengo».

«Ho aderito con gioia! Cantare insieme è una delle attività che non si possono svolgere a distanza… le voci che si uniscono insieme per creare insieme qualcosa di bello è un’attività ad alto valore simbolico».

Roberto: «Mi è piaciuta l’idea di unire le nostre chiese senza denominazione e diventare un unico corpo».

«Credo che sia fondamentale sentirsi uniti. Il mio linguaggio di preghiera preferito è cantare, mi sembra una bella testimonianza…».

Giorgio: «Ho aderito per il piacere di poter cantare insieme, anche se ognuno per conto proprio».

Elisa: «In questo periodo la musica per molti è stata un aiuto, per superare i momenti di difficoltà e solitudine».

Paolo: «Mi è sempre piaciuta l’idea di una chiesa senza frontiere e questa iniziativa è un modo per abbattere le distanze fisiche, cantando con fratelli e sorelle di posti anche lontani ma uniti nella preghiera».

Claudia: «Una sfida da accettare: non è stato facile dal punto di vista tecnico, ho fatto varie prove! Bellissimo progetto, anche se un maestro fisico che ti dirige è insostituibile».

Ilenia: «Mi ha permesso di mettermi in gioco, di vincere la mia timidezza, ed è stato bello pensare di partecipare ad un progetto che arriverà alle persone che amano il canto».

Irene: «Mi manca cantare in un coro… ringrazio chi ha pensato, curato e gestito questa iniziativa, perché è venuto davvero un super coro!».